La notte degli inganni

L’eco della marcia degli immortali viaggiava sulle ali del vento, scavalcando le dune e le vorticanti tempeste di sabbia. Coloro che avevano osato sfidare il potere di Stygia avrebbero presto servito il Signore del del Deserto per l’eternità.

“Uccidete quella donna, subito!”

La voce gelida e imperiosa della vecchia non lasciava spazio ad alternative, e le lame dei guerrieri vennero sguainate contro Chandra, che istintivamente assunse una posizione di guardia. Dakkar, Unghialunga e Andrey cercarono di frapporsi, chiedendo spiegazioni, ma Nadine non ne concesse alcuna. Ishmaela, nel tentativo di tenere fede alla sua promessa, richiese che Chandra si battesse in un duello anziché venire giustiziata sommariamente. Non avendo scampo, Chandra accettò il duello, mentre i suoi compagni si facevano da parte nell’ampia sala del rifugio di Nadine.

Nonostante fosse pronta alla battaglia, la lancia di Chandra mancò il bersaglio, mentre lo snello corpo di Ishmaela volava in avanti e la sua scimitarra mordeva crudelmente le carni della giovane sciamana; nello stesso istante in cui veniva inferta la profonda ferita, tutti coloro che condividevano il marchio di Acheron avvertirono un dolore lacerante al petto, che costrinse Kadmos e Unghialunga in ginocchio. Il colpo lacerò inoltre il corsetto di Chandra, mettendo a nudo la gemma rossa depredata dalle rovine di Acheron.

Mentre Ishmaela si preparava per l’affondo mortale, Nadine interruppe il duello, alzandosi e pronunciando un oscuro linguaggio rituale che risvegliò dimenticati ricordi nella mente di Jack Faust. Come in risposta all’invocazione della vecchia, dalla gemma si sprigionò un vapore rossastro, che assunse i contorni di una creatura immensa e grottesca, munita di spaventose ali membranose. Mentre i guerrieri si ritiravano a causa del terrore sprigionato dalla misteriosa apparizione, Nadine invocò nuovamente il potere della dea dell’omicidio, scacciando il demone dalle sale consacrate di Kardys.

Quando la creatura si dissolse, gli avventurieri si raccolsero intorno alla vecchia, e trovarono modo di porre le molte domande che affollavano la loro mente; fu così che vennero a conoscenza di una parte della loro storia. I loro corpi, svuotati dalla loro volontà, avevano ospitato i mostruosi demoni di Acheron, ancorati ad essi dal marchio posto sul loro petto. Per qualche ragione che la vecchia non seppe indovinare, i demoni erano fuggiti dai loro involucri mortali, raccogliendosi nel luogo più malsano dell’intera isola di Idra. Uno di essi aveva trovato rifugio nella gemma rinvenuta da Chandra dalla quale aveva probabilmente guidato le azioni delle nere creature che infestavano le rovine di Acheron.

Durante la lunga conversazione, alcuni soldati che avevano giurato fedeltà a Carsen, giunsero con preoccupanti notizie: Mithrelle, la strega al servizio di Strom, aveva raccolto tutto ciò che le era necessario per divinare il nome di colui che era alla guida dalla rivolta segreta contro il tiranno. Per impedire che ciò accadesse, Nadine elaborò un piano pericoloso che gli avventurieri si offrirono di portare a compimento, in cambio dell’aiuto necessario per costringere i demoni a manifestarsi in una forma che li avrebbe resi vulnerabili alle armi mortali.

Elusa la sorveglianza del cane da guardia di Bartolomeo e rubata la pergamena necessaria al folle piano, gli avventurieri si recarono alla magione di Mithrelle, eretta lungo il sentiero che portava alla sommità del vulcano. Nonostante avessero preso ogni precauzione, gli audaci eroi vennero aggrediti dalle spaventose guardiane di Mithrelle, le enormi e spietate tigri dai denti a sciabola.

La battaglia mise a dura prova la tempra degli avventurieri, che riuscirono a uccidere entrambe le bestie dopo una lunga lotta. Con le vesti intrise di sangue, gli avventurieri perlustrarono rapidamente la magione sino a trovare la stanza nella quale Mithrelle aveva portato a compimento la sua arcana divinazione.

La strega era immobile in una posizione rituale, ed intorno ad essa vorticava un vapore rossastro terribilmente simile a quello visto nel rifugio di Nadine. Sebbene la donna sembrasse apparentemente vulnerabile, nessuno osò toccarla per timore di risvegliarla dal suo stato di meditazione, e gli avventurieri si limitarono a sostituire la pergamena che avrebbe rivelato il vero nome del condottiero con quella che avevano rubato, sulla quale campeggiava il nome inciso precedentemente da Nadine.

Soltanto quando furono ben lontani dalla magione, Dakkar si decise a rivelare qual’era il nome che Mithrelle avrebbe trovato al suo risveglio; i soldati del teschio rosso non avrebbero impiegato molto tempo a catturare e giustiziare, nelle oscure sale del tiranno, la giovane e coraggiosa Ishmaela.