Quando Frater Alteo ordinò la costruzione dei monasteri nelle province della terra delle dune, i templari si convinsero che il dominio della Croce si sarebbe esteso per molti anni a venire nelle blasfeme terre di Stygia, sino al giorno in cui le mostruose piramidi avrebbero ceduto il posto ad imponenti cattedrali; non era la prima volta tuttavia, che la fede oscurava la capacità degli uomini di prevedere con chiarezza le conseguenze delle proprie azioni.
Sebbene gli avventurieri non riponessero del tutto fiducia in Ishmaela, decisero di trascorrere la notte alla taverna del Randagio Ubriaco come lei aveva proposto, non fosse altro perché non avevano alcun luogo dove andare. La stanza era piccola ma relativamente pulita, e i sette naufraghi si accomodarono come meglio potevano.
Il giorno seguente di comune accordo, gli avventurieri decisero di separarsi per cercare un impiego che garantisse loro almeno di che mangiare per la sera. Tutti eccetto Xirtam, che era stato colto da un forte malore, emersero dalla locanda di buon mattino, ma prima che si separassero vennero raggiunti da un giovane del luogo di nome Malcolm, che frettolosamente propose loro un impiego come pescatori. Come se il tempestivo arrivo del giovane non fosse abbastanza sospetto di per se, Andrey era certo di averlo visto precedentemente in attesa davanti alla locanda, come se fosse già al corrente della loro presenza. Nonostante tutto, gli avventurieri decisero di seguire il giovane dai modi furtivi sino al molo, ma soltanto quando furono ben distanti dalla costa Malcolm si decise a vuotare il sacco.
La legge imposta dall’ammiraglio vietava agli abitanti di Enkara di recarsi alla vicina isola di Mali, ove però sorgevano luoghi che, a detta del ragazzo, valeva la pena di esplorare, se si aveva abbastanza fegato da sfidare il potere di Strom. Descrisse ai dubbiosi avventurieri un antico mausoleo il cui accesso, nascosto in una baia dell’isola di Mali, sembrava quasi chiamare i cacciatori di tesori con la sua sola presenza, e Malcolm era relativamente certo che la spedizione avrebbe dato i suoi frutti.
Coinvolti dall’entusiasmo del giovane predatore di tombe, gli avventurieri si prepararono all’esplorazione. Raggiunto l’ingresso segreto del Mausoleo, si trovarono presto innanzi ad un portale immenso, scolpito sulla parete di una grotta sotterranea e decorato con fregi di bronzo. Le pesanti ruote dentate che avrebbero sbloccato l’accesso al mausoleo richiesero tutta la forza degli avventurieri, che infine riuscirono ad aprire il doppio battente quel tanto che bastava per violare le antiche sale. Unghialunga si inoltrò coraggiosamente per primo oltre la soglia, trovandosi in una sala dalle dimensioni colossali, la cui volta era sorretta da colonne scolpite che si svettavano nell’oscurità. Ragnatele e polvere testimoniavano che il luogo era rimasto inviolato per anni, se non per secoli.
Senza dividersi, gli avventurieri cominciarono ad esplorare il luogo, sino a giungere in una sala più piccola, nella quale, con grande stupore degli astanti, sembrava ammassato un piccolo tesoro. Armi decorate erano state inchiodate alle pareti, mentre un cumulo di preziosi, oro, gioielli e gemme, sembrava abbandonato con noncuranza all’estremità della sala. Tuttavia, un rumore simile ad un tonfo rivelò presto agli avventurieri che il luogo era tutt’altro che privo di guardiani. Stretti intorno al cerchio di luce di Unghialunga, i predatori di tombe osservarono con orrore crescente le figure umanoidi che entravano, una dopo l’altra, dalla porta che avevano varcato in precedenza.
Non morti, affogati da lungo tempo nelle sale del silenzio, erano sorti nuovamente per combattere gli intrusi. La battaglia che ne seguì fu feroce, ma sembrava che gli avventurieri non avessero armi efficaci per contrastare i loro avversari, che si facevano sempre più numerosi. Quando tutto sembrava perduto, Jack Faust seguendo il mero istinto, richiamò a sè con voce gutturale un terribile e sacro potere, ed i non morti che gli erano intorno caddero in polvere. Andrey, intuendo che la fuga era imminente, si precipitò a raccogliere quanta più parte del tesoro fosse possibile, ma il cumulo di preziosi nascondeva un’insidia peggiore degli affogati: le monete, le gemme e gli ori si fusero rapidamente tra loro innanzi agli occhi stupefatti del ladro, assumendo le fattezze di un leggendario golem d’oro.
Nel frattempo, mentre i non morti indietreggiavano, Dakkar intravide la possibilità di salvezza e si lanciò nella mischia seguito a breve distanza da Chandri e Isaac: i tre si aprirono un varco e guadagnarono l’uscita, mentre i propri compagni li seguivano correndo con quanto più fiato avevano in corpo al solo pensiero del costrutto d’oro alle loro spalle.
Il gruppo non si fermò sino a quando non raggiunse l’imbarcazione di Malcolm, e raddoppiò gli sforzi per allontanarsi il più possibile dall’isola di Mali. Nonostante il bottino sembrasse magro, gli avventurieri avevano recuperato qualche arma dal mausoleo ed avevano conservato la vita, e più d’uno pensò che tutto sommato la fortuna non avesse voltato loro le spalle.
Alcune ore dopo, Enkara accolse indifferente l’imbarcazione degli otto esploratori, mentre i gabbiani dalle ali bianche sorvolavano la baia dell’isola di Idra, illuminata dal sole rovente .