17 Dicembre 1299.Che piacevole sensazione, vergare nuovamente sul mio diario, dopo due mesi di periglioso viaggio.Affrontare per giorni e giorni il mare, traversare desolate lande ed allungare il tragitto, quasi a ricamare i confini dell’Impero, per far si che gli sguardi carichi di rancore che hanno accompagnato il mio viaggio, rimanessero tali senza degenerare in aperta ostilità.I Paladini di Erin, oh si, i miei fratelli, conoscono bene l’atteggiamento irrispettoso e diffuso, che attende la bilancia e la spada, verso il basso rivolta. Io no, non mi attendevo questo comportamento. Non potevo credere che la più alta tra le virtù perseguite dal Sacro Ordine dei Paladini di Erin, non fosse seguita dai più, in altre terre. Ma così è. Il simbolo che campeggia sul mio scudo, non lo nasconderò mai.Per compiere la mia missione, sono chiamato a svolgerne una nuova. E l’incontro con un Principe saggio, e la disperata speme nelle sue parole e nel suo volto, sono il mio nuovo punto di partenza.Tuttavia, scrivo queste poche righe non la notte che mi vide finalmente riposare tra le sicure ma poco amiche mura di un grande palazzo. Il mio cuore era parimenti inquieto alle notti del lungo viaggio.Scrivo in questa notte, in una allegra taverna, mentre i miei compagni riposano. Si, i miei nuovi compagni. Mi trovo a condividere la missione con delle strane persone. Loro sapevano di me, non so quanto e non so cosa, ma in qualche modo, ero atteso. Condividere l’onere del compito con questi compagni, da cui percepisco una sensazione positiva, mi rende sereno.L’incontro che farò presto, mi riempi di gioia, se solo Sir Elliott Sligo sapesse…Adesso posso concedermi poche ore di riposo. Le preghiere mi attendono. E poi, la sveglia dei miei compagni, e al ripresa della marcia.In Lux Gladhrinis Mundi Spes.Egill.