Capitolo 30 – Una Luce

Nell’oscurità più intensa che avessi mai visto mi sentivo precipitare, sprofondare senza fine. Qualcosa o qualcuno mi teneva stretto e mi trascinava verso il basso, sentivo come degli artigli premermi sul collo e sul fianco. Un viaggio che sembrava durare già da un’eternità. Rivedevo in quell’oscurità la violenza e la brutalità dei miei ultimi minuti di vita. Ma qualcosa accadde. Una luce dapprima fioca, poi via via più forte mi feriva gli occhi.
“Non devi seguire quella creatura che ti tiene avvinghiato a sé, anche se fa parte di te non devi permettergli di dominarti, né di portarti ora in quel luogo, tu puoi essere più di questo, tu puoi prendere la mia mano”.
Istintivamente allungai la mia mano verso quella voce, rivelando una figura che sembrava un angelo, dalla corona scintillante e gli occhi vuoti, la pelle biancha come il marmo, il suo tocco quasi incandescente, sebbene non mi ferisse. D’improvviso mi resi conto che non vi era più nulla addosso a me, non capivo dove fosse quella creatura, iniziasi a salire mentre la luce mi avvolgeva.
Aprii gli occhi, anche se sembrava essere stato un tempo lunghissimo dovevano essere passati solo pochi minuti, forse meno ancora, con fatica mi sollevai il tanto per vedere Chandra, distrutta e disperata col pugnale in mano, ancora conficcato nel cuore di quella creatura, che urlava e gemeva, fino a che non è sparita, lasciando cadere gli artigli e lo stesso cuore, forse le uniche parti di esso che si protendevano verso il mondo dei vivi. La magia curativa di Chandra continuava intanto il suo effetto, ma non capivo se era solo grazie a quella che mi ero destato dalla morte. Ero comunque sollevato, la nostra impresa era compiuta, ma non c’era tempo per giorne in quel luogo, gli orchi erano sempre in agguato, dovevamo ancora fuggire. scesi dalle torri e ricongiunti con sorpresa un drago, mostruoso come quello visto in precedenza ci accolse sul suo enorme dorso, per portarci in salvo, mentro gli orchi invadevano la vallata ai piedi delle torri. Almeno per un po’ era tutto finito e forse anche io avevo trovato qualcosa di cui ero da tempo alla ricerca.