Dopo mesi di… terrore… ho deciso di impugnare di nuovo la piuma per registrare alcuni avvenimenti che hanno chiuso un capitolo aperto due anni fa a Northgar, quando ero solo un novizio e non conoscevo alcuna paura. Sarà per il fatto che Eve non ha mai risposto alle mie missive e che il mio rapporto con Elric non è stato più lo stesso da quel maledetto giorno in cui ho incontrato Melchia, ma sento come un insostenibile desiderio di fissare alcuni pensieri e ricordi, quasi desiderassi un epitaffio su una tomba che purtroppo mi sarà negata per l’eternità. Dopo lo scontro con Melchia e la sua maledizione oscura che mi ha reso un vampiro, solo dolore e disperazione: tutto quanto ha perso di valore, i miei amici mi guardano con sospetto (e non a torto), mi trovo a pregare un Dio che dovrebbe distruggere creature come me, la Chiesa non sarà mai più un posto sicuro: sarei certamente ucciso a vista (e forse la prospettiva non sarebbe poi così male) e probabilmente non vedrò più la mia Eve. Abbiamo incontrato il Re Stregone, il quale ci ha aiutato ad apprendere alcune informazioni utili per il proseguo della nostra missione, ma io non riesco a trovare un motivo per cui il destino di Cheemon dovrebbe interessarmi. La cosa sicuramente curiosa è che il re Stregone mi è parso un uomo equilibrato e saggio e non un barbaro assetato di sangue come in molti lo hanno dipinto. Tuttavia anche il Re Stregone e la sua guerra non mi interessa più. Nulla sembra più interessarmi. Mi aggrappo con forza al barlume di fede che ancora tengo viva in me, convincendomi che tutto si aggiusterà, che io tornerò normale, che Cheemon resisterà ai suoi nemici e che potrò rivedere Eve. </br ></br >Ma il mio cuore non batte più. Solo sofferenza e tenebra.</br ></br >Theodor, il prete maledetto