Diario di Dakkar

  • Frammenti

    Nonostante siano passati molti giorni dal risveglio, riesco a trovare un po di pace per riordinare i pensieri solo adesso… adesso che Strom è caduto, adesso che i ribelli di questa fogna di posto hanno riconquistato la speranza, adesso che mi muoverò inseguendo il mio passato ad est. Sembra infatti che la strega tatuata possa darmi delle risposte a riguardo… bene dovrei dire, ma il punto è che fino a stanotte non pensavo che fosse una cosa poi così necessaria da fare. Voglio dire, non conosco nessuno che abbia avuto un passato incerto… un futuro incerto si, magari… ma mai il proprio passato. Il passato ci rende ciò che siamo oggi: forti, deboli, saggi o avventati.. ma io non so nulla di ciò che ho fatto prima di quel maledetto giorno, quando ripresi i sensi sulla spiaggia… quindi perchè dovrei sentire lo stimolo a indagare, a non dar retta alla ragazzina rossa quando dice che sarebbe stato meglio uccidere la strega e mettere il punto a questa faccenda? Io non so chi ero.
    Eppure oggi io stringo con forza la scure di Strom.
    Oggi so chi sono. E tanto basta per quello che mi riguarda.
    Tuttavia il sogno si è ripetuto con maggiore frequenza ultimamente, tanto che ogni volta che chiudo gli occhi per riposarmi, anche solo per schiacciare un pisolino, mi travolge con la stessa furia dell’ammiraglio ormai caduto e vinto: un uomo che in qualche modo sento di conoscere vestito con un semplice saio arancione, un emmide spezzato in tre punti, un altro uomo che invece non conosco che ne custodisce i frammenti e un tempio dove percepisco che i pezzi dovrebbero essere portati. Sempre lo stesso sogno, ormai mi sono abitutato.
    E’ importante tutto questo? Perchè quando cominciavo ad abituarmi a vivere senza di esso, il passato è tornato a bussare alla mia porta con così tanta tenacia?
    Ho forse paura di scoprire cos’è questo marchio sulla pelle? E’ questo il vero motivo di tanta reticenza nell’andare… indietro?
    Non lo posso sapere.
    Tutto ciò che so è che sono un guerriero e che dentro le sale di Strom, in molti si ricorderanno del mio grido di vittoria!

  • Una seconda Oscurità

    Fluttuo nel vuoto.
    Sono morto? Questo è morire? Un improvviso dolore e poi un torpore pericolosamente vicino al nulla?
    I miei ricordi si fanno vaghi… rammento il demone davanti a me e la mia follia di pensare di poterlo trattenere per dare ai miei compagni il tempo di ripiegare o aiutarmi. Già, i miei compagni… ma da quando ho cominciato a chiamarli così? In fondo per me cosa sono? Solo sfortunati condivosori dello stesso ineluttabile destino, uniti a me da una maledizione che ci incatena a stare insieme e a scoprire chi o cosa eravamo prima che l’oblio ci prendesse. Avrei dovuto abbandonarli e fuggire. Forse mi sarei salvato lo stesso: in fondo chi può dire se la loro morte sarebbe stata fatale per me? Nessuno conosce bene come funziona l’oscuro sortilegio che ci tiene serrati l’uno con l’altro, eppure sono rimasto lì, come se essi fossero stati dei commilitoni con cui condividere la vita e la morte sul campo di battaglia!
    Stupido.

    Quindi ora tieniti il tuo trofeo guerriero: abbraccia la morte che con tanto zelo ti sei guadagnato e prenditela solo con te stesso, perchè nessuno dei tuoi “compagni” ti potrà aiutare adesso.

    Mi dispiace solo di non aver potuto risolvere il dilemma che più mi attanaglia il cuore: il messaggio che il mio oscuro passato continua a recapitarmi attraverso i sogni, l’emmide spezzato che sento vicino più di qualunque altra cosa.
    Non credo riuscirò a destarmi stavolta nè credo avrò un’altra vita a disposizione per scoprire cosa si cela al di là dei miei sogni.
    Fluttuo… aspettando soltanto che qualche dio venga a reclamare la mia anima.

  • Interludio

    Sono a casa finalmente e la memoria sembra tornare con il tempo che passa. Le giornate si susseguono ripetutamente eppure sul mio volto non riescono a sparire i segni delle ultime vicende accadute e il ricordo del destino infausto accaduto a mio fratello Oliver.
    Ora che rammento quasi tutti i particolari della vicenda che hanno portato alla sua morte, sento che nessuna pace potrà esistere per me finchè non avrò svelato il mistero e riportato a casa le sue spoglie. Ne ho parlato con mia madre e mio padre ma loro non sembrano inclini a fare cose che potrebbero pregiudicare la loro reputazione nel paese.
    Eppure i soldi scarseggiano e io sono sempre più inquieto.
    Credo che farò visita al palazzo per cercare un lavoro come soldato (ho ancora qualche aggancio) e così avrò il tempo per pianificare le mie prossime azioni.
    C’è qualcosa di poco chiaro in questa vicenda… ad esempio: perchè hanno impedito che la salma di mio fratello non fosse consegnata alla famiglia come prassi e hanno impedito qualunque visita al suo sepolcro prima che il suo corpo fosse tumulato? Se Ulrich mi sostiene, prima o poi lo scoprirò.

    Lo giuro!

  • Prologo

    Sono passati più di due anni da quando tornai a casa, fiaccato da avventure che avrebbero terrorizzato a morte qualunque dei ragazzi con i quali difendo i confini del paese. Mi sento vecchio. Ormai mi chiamano semplicemente Dakkar, il guerriero senza nome, visto che da tempo ho lasciato la mia vecchia vita dimenticando il mio vero nome. Mi limito a mandare dei soldi a casa ogni tanto, ma non so ancora per quanto, perchè la mia cerca disperata di informazioni a palazzo sulla vicenda che ha coinvolto Oliver, mi ha portato a decidere inequivocabilmente di partire. Delle persone che si trovavano con lui sul campo di battaglia nel giorno che è caduto, ho scoperto essere sopravvissuti solo in tre. Due di essi sono morti misteriosamente, mentre il terzo ha lasciato la città tempo fa dirigendosi a sud – est. Oggi la scelta tra impazzire qui e mettermi sulle tracce di quest uomo è l’unica scelta che mi rimane. Eh si, perchè in un atto di estremo sconforto, oppure nel prologo di una devastante pazzia, ho osato fare quello che più temevo: recarmi al sepolcro di mio fratello e riesumare la sua salma. Tutti i miei dubbi si dimostrarono fondati: egli non giaceva lì. E’ stato ordito un complotto i cui obiettivi reali io ignoro, al fine di celare una verità evidentemente assai più terribile. Ecco perchè sono deciso a partire. So che Kadmos ha preso servizio presso un Lord nelle province del sud e credo che la mia ascia sarà ben gradita, visto che egli si trova a combattere in prima linea, la dove gli orchi aggrediscono con più forza. Così ben presto potrei avere l’occasione di avere delle tracce più fresche da seguire e fare così quello che devo. Mi dispiace per la mia famiglia e per questi ragazzi che non sanno nulla di me, ma che contano sulla mia lama per vivere un giorno di più.

    Tuttavia mio fratello potrebbe addirittura essere ancora vivo e non c’è niente che mi dia più gioia del pensiero che un giorno possa ricondurlo a casa sano e salvo.

  • Il Magister

    Sono qui sul campo di battaglia, l’ennesimo scontro è finito e gli orchi sono stati respinti come sempre. Il puzzo di sangue e acciaio è nauseante, mi appoggio alla mia ascia osservando i corpi mutilati degli uomini che giacciono a terra esanimi: ragazzi che in molti casi avrebbero potuto essere figli miei ma che la morte ha reclamato un’altra volta prima di Dakkar, il guerriero senza nome. Mi fermo a gettare uno sguardo su Kadmos, fiero e severo come sempre ma altrettanto dispiaciuto come me. Incrociamo gli occhi e lui mi comunica silenziosamente che era il nostro compito, il nostro primo dovere.
    Già, il mio dovere.
    Sono sei mesi che combatto sotto il comando di questo condottiero che ho imparato a chiamare amico, l’ho protetto, difeso e quasi rimesso un occhio per guardagli le spalle. Tuttavia il mio animo comincia farsi di nuovo inquieto.
    Sono venuto a conoscenza che l’uomo che sto cercando si è diretto presso una città più a nord, il cui sire risponde al nome del Magister. Ho fatto presente a Kadmos delle mie necessità di mettermi il prima possibile sulle sue tracce, ma lui continua a rimandare,a dirmi che gli servo qui e che non posso abbandonarlo nel bel mezzo di una invasione su larga scala imminente.
    Eppure devo.
    So che si terrà un consiglio di guerra tra pochi giorni, in cui Logan si confronterà con i suoi capitani per cercare un modo di uscire da questa situazione disperata. Probabilmente, da quello che Kadmos mi ha detto, cercherà aiuto presso il cugino che fatalità è proprio quel Magister con il quale desidero conferire. Se c’è qualcuno infatti in grado di aver notato uno straniero nella sua città è proprio lui grazie alla fitta rete di informatori che sicuramente lavoreranno per suo conto.
    Attenderò quindi il consiglio, sperando che Kadmos mantenga la parola data di offrirsi volontario di chiedere personalmente truppe e rifornimenti presso il Magister.

    Tuttavia non attenderò oltre: ora che so per certa la direzione presa del mio uomo, non intendo perdere altro tempo prezioso.
    Ogni giorno può essere determinante per decidere la vita, la morte e il fato di Oliver!