Diario di Chandra

  • Spiriti

    Che cos’è uno spirito, se non una esalazione del mondo, una distillazione di vita vissuta nell’inspirazione e nel rilascio di un respiro? Gli spiriti del mondo sono vivi, e questo significa che sono in movimento. Sono un vento che soffia attraverso il mondo stesso, anche nella solida roccia o nei più profondi recessi della terra.
    Io non faccio che attingere a quel moto incessante, a quel vento che soffia attraverso ogni cosa.
    Gli spiriti sono il respiro del mondo e a me basta inalare profondamente e lasciare che siano loro a muovere le mie azioni e a guidarmi e ispirarmi.
    Il mistero degli sciamani è che la morte è una presenza costante nel mezzo della vita, e gli spiriti sono attratti a noi proprio per quell’unica cosa che non possono avere ma che bramano oltre ogni immaginazione, la nostra forza vitale; la morte della preda concede la vita al predatore, e quando la morte viene a prendere il predatore, concede la vita agli animali spazzini e ai divoratori di carogne. La morte fa parte della grande ruota dell’esistenza, ed è una componente importante della comunione dello sciamano con il mondo degli spiriti. Ed io ho sempre camminato vicino alla morte, imboccando quei cammini dove la vita e la morte si intrecciano ancora più strettamente.

  • Ricordi d’infanzia

    Crebbi in una comunità di nomadi non molto grande, che cambiava spesso città e si guadagnava da vivere facendo piccoli lavori o organizzando spettacoli vari nelle piazze e nelle feste di paese. Io in queste occasioni mi dilettavo spesso nella danza o in piccoli numeri circensi con degli animali che avevamo al nostro seguito. Ho sempre avuto un meraviglioso legame con queste creature, una empatia naturale verso di loro e il fatto di viaggiare spesso mi piaceva perchè attraversavamo di continuo le foreste e le pianure boscose e in quei luoghi mi sentivo bene. Mia madre era presa in grande considerazione essendo considerata un po come l’indovina della comunità. Ricordo che spesso riceveva la visita di un uomo, una figura misteriosa e sfuggente ma che avevo la sensazione che mi controllasse in qualche maniera. Lei diceva che era un uomo che possedeva una saggezza che andava al di la della comprensione dei comuni mortali e che ci era amico. Quell’uomo fu il primo druido che vidi nella mia vita e da subito capii che quella era la strada che avrei voluto percorrere.

  • Druidi e sciamani

    Un druido é la voce selvaggia della Natura ed è la sua essenza stessa che risponde al suo richiamo, permettendogli di usarla come arma e come strumento.
    Il suo spirito è parte integrante del mondo primordiale e il suo corpo non è che un riflesso di quello spirito, capace di passare liberamente dalla forma umanoide a una tra centinaia di forme bestiali, a riprova della sublime varietà della Natura.
    Il suo corpo è un veicolo per la magia naturale e tramite quel potere può trasformarsi in un lupo o in una pantera, può scivolare invisibile tra gli alberi, può osservare il cielo leggendovi portenti.
    E poi c’è il suo compagno animale, una creatura che diventa l’estensione vitale del suo modo di essere. C’è un legame così straordinario tra un druido e il suo compagno che non è descrivibile. Quello che avviene all’uno lo percepisce anche l’altro e le loro emozioni spesso si uniscono diventando una cosa sola.
    Se il compagno animale perde la vita è come se una parte stessa del druido venisse a mancare per sempre. La maggior parte di essi riescono a trovare la forza per superare questo dolore e trovare un altro compagno animale, in quanto la morte fa parte del naturale ordine delle cose e come tale va accettata. Ma a volte il dolore che un druido prova per la morte del suo compagno è così forte che non riesce a superalo e lì in quel momento lo spirito dell’animale può mostrarsi a lui per far sì che il suo padrone smetta di soffrire. In quel momento si può scegliere di abbandonare per sempre la via druidica per iniziare ad udire le voci degli spiriti e diventare così uno sciamano.
    Questo sarebbe dovuto succedere anche a me…anche io ho visto lo spirito di Voja, la mia amata iena, quando morì eppure quello non fu il primo momento che vidi uno spirito, quello fu solo l’evento che mi ricordò chi veramente sono. Vidi l’anima di mia madre anni prima levarsi dal suo corpo esanime a causa di una malattia incurabile. Mi salutò accarezzandomi il volto pieno di lacrime. In quel momento smisi di piangere e capii che qualcosa stava per accadere. Capii di essere da sempre stata destinata ad essere una sciamana e cominciai ad ascoltare le voci ultraterrene.

    Chi crede che il mondo sia solo ciò che può vedere allora è davvero cieco.

    Uno sciamano vive in un mondo che la maggior parte della gente comune non riesce nemmeno a percepire. Per noi il reame degli spiriti non è un concetto teorico o una nozione astratta. E’ il mondo in cui vivo e a volte è l’universo fisico che mi sembra solo un sogno. Ciò che gli altri percepiscono nel migliore dei casi in momenti fugaci o brevi visioni a me risultano visibili a ogni istante.
    Per uno sciamano questa è la sua gloria e forse, in ultima analisi, la sua maledizione, perchè lui è il tramite più puro tra il mondo mortale e il regno degli spiriti che lo pervade.
    Sento gli spiriti comunicare con me in diverse forme; a volte tramite un particolare stato emotivo, a volte tramite una visione o una dimostrazione del potere sul mondo di quello spirito, interpretando sentimenti e intenzioni.
    E la presenza costante di Voja è il mio legame al questo mondo; quando uno sciamano si appella agli spiriti ancestrali o agli spiriti delle forze naturali, il suo spirito compagno riflette la loro presenza nel mondo in suo nome.