- Mare a nord delle Terre Infedeli – 3 giugno A.D. 1278
Tutti i nostri soldati erano impegnati nel saccheggio delle case. Le prime prede erano gli oggetti in oro e i gioielli. I primi venivano fusi nei grandi fuochi che erano stati appiccati dappertutto.Mi infilai in una casa, ma era stata già visitata. I corpi morti degli infedeli giacevano per le stanze. In una panetteria c’era un panettiere infedele e i suoi due figli. Il forno era ancora caldo. Entrai in un’altra casa e la vidi. Avrà avuto dodici anni. Due crociati erano lì dentro e avevano già compiuto la loro opera di rapina ma non erano soddisfatti. I corpi della famiglia infedele ora erano i corpi di una famiglia morta. Tranne lei. Era inutile parlare, e non ne potevo più. Li uccisi lì, accanto agli infedeli. Misi addosso alla bambina infedele un tappeto infedele e le feci segno di tacere. Uscito dalla casa, per le strade nessuno fece caso a un crociato che si portava dietro un enorme tappeto. Forse il tappeto poteva volare, come nelle leggende di Remkha. Sarebbe stato meglio. Corsi fino ai cavalli, da lì al porto, alcuni ancora erano vivi e si stavano imbarcando, mi scorsero dalla banchina e incoccarono le frecce. Srotolai il tappeto infedele, dal quale uscì una bambina infedele che scappò incontro a dei pescatori infedeli su barche infedeli che ondeggiavano su un mare infedele che ridava i bagliori rossastri del giusto fuoco delle legioni di Frater Alteo.Da quel giorno la mia vita è cambiata.Amen.
- Mare a nord delle Terre Infedeli – 20 giugno A.D. 1278
La prima volta è successo sulla nave che doveva tornare verso nord. C’erano molti mutilati a bordo e soffrivano a morte. C’era un ragazzo, avrà avuto quindici anni, un bastardo, uno dei tanti che erano nati in terra sconsacrata e che poi si univano al seguito dell’esercito procurandosi da vivere con i lavori più umili. Alcuni, i più fortunati, erano saliti a bordo con noi, per fuggire alla devastazione. Era al seguito di un cavaliere crociato, probabilmente il padre. Tutto sommato un bravo padre, lo vedevo che ci soffriva. Il ragazzo aveva perso una gamba e non si riusciva a fermare il sangue. Non so perché ma provai molta pietà e mi misi ad armeggiare con le bende e ad assisterlo per alcuni giorni e alcune notti. All’alba del terzo giorno la luce del sole che sorgeva aveva uno strano colore. Mi dissi che era il vino andato a male, o l’insonnia degli ultimi giorni, o ancora il lezzo che si respirava sotto coperta in mezzo a tutti quei feriti. Vedevo le persone ricoperte da un alone di luce. I feriti erano ricoperti da un alone di luce anche loro. Mi dissi che ero veramente ubriaco e mi venne da ridere. Ridevo dentro. Mi alzai e mi accostai al ragazzo. Anche lui era ricoperto dalla luce. Pensai: è chiaro. Non so cosa, ma mi sembrava, come dire, conseguente. In corrispondenza della ferita la luce era strappata, sembrava uno straccio a brandelli. Feci la prima cosa che mi venne in mente, accostai le mani ai brandelli di luce, e vidi che anche le mie mani erano ricoperte di luce. Il madera andato a male ha un sapore dolciastro, bisogna provarlo per capire. Misi le mani e la luce della mano si congiunse con quella del ragazzo. Posi le mani in modo da coprire lo strappo. Mi venne subito da vomitare. Bisogna provarlo per capire. Come il madera. Ci misi un po’ prima di riavermi. Poi mi addormentai. All’alba del quarto giorno il ragazzo non sanguinava più. All’alba del quinto si svegliò. All’alba del sesto era senza febbre. All’alba del settimo mangiò e bevve del madera andato a male. All’alba dell’ottavo decisi di riposarmi, che diamine.
- Monastero di Benediktbeuren – 15 novembre A.D. 1287[dai racconti del passero del chiostro di Benediktbeuren a un’aquila di passaggio, al fine di salvarsi la vita]Primo monaco – e allora dici, diciSecondo monaco – dico che? Che vuoi che dica? È guaritore, uno che guarisce come lo chiami?Primo monaco – sì, di guarire ha guarito, è un fattoSecondo monaco – stai diventando materialista, ti dovresti confessare!Primo monaco – lo hai visto, no? La ferita si è rimarginataSecondo monaco – quando ti sei confessato l’ultima volta?Primo monaco – di più, si è cauterizzata!Secondo monaco – ripeto, ti dovresti confessare, sarebbe meglioPrimo monaco – anzi… è proprio sparita! Il braccio del sacrestano è più sano di prima!Secondo monaco – tra poco sarà Pasqua, questo mese dovresti confessarti almeno tre voltePrimo monaco – a parte i peliSecondo monaco – poi, non voglio dire, ma lo sanno tutti che mangi troppa torta di melePrimo monaco – i peli non sono ricresciuti ancora, me l’ha confidato Madonna Privocka in confessioneSecondo monaco – io non lo dico tutta la torta di mele che ti mangi, ma prima o poi se ne accorgerannoPrimo monaco – è strana questa storia dei peli, ma credo che non c’entri con la stregoneriaSecondo monaco – comunque, l’hai portata?Primo monaco – mah, mistero della fede… sì, ce l’ho qui, tu controlla che non entri nessuno nel chiostro.
- Cancelli di Draskìr – 3 aprile A.D. 1296
Io, Brandàno di Glenthia, dichiaro di essere stato abbandonato infante ai frati monaci del monastero di Glenthia, fornito di un patrimonio che mi avrebbe permesso, raggiunta la maggiore età, di divenire soldato et scudiero et intraprendere il mestiere delle armi.Come molti della mia città, come molti del mio tempo, ho aderito alla crociata e ho combattuto al seguito delle legioni di Frater Alteo nelle Terre Infedeli.Ho trascorso lunghi anni assegnato al distaccamento di Remkha fino alla battaglia finale che ha ricacciato i nostri eserciti in mare.Dopo aver peregrinato per molto tempo e aver cercato, per alterne vicende, la strada del ritorno, essendomi procurato da vivere mendicando e facendo li più svariati mestieri, tra cui il curatore et cerusico, sono infine giunto presso il monastero di Benediktbeuren, dove sono stato fatto monaco et frate peregrino, et di lì inviato con entusiasmo per lo mondo et in particolare l’Impero.Oggi ch’è il terzo giorno di aprile del 1296 giungo alle porte della città di Draskìr e chiedo asilo d’ingresso e permanenza in città.Di grazia, per Dio, avete sentito cosa ho detto?!
- Draskìr – 25 dicembre A.D. 1296
“Dio ha molti nomi, ma ogni uomo ne ha uno solo.” Frate Eteleberto, Memorie da Khemi, 1279Sono stato un crociatoNel deserto nero, solo.Neri i compagni, nera la notte.Non lo sono più.Sono stato un guerriero,sono stato di rame,di rame la città, di rame il tramonto,ma non lo sono più.Sono stato un soldatoSpaventato.Paura la spada, paura lo scudo.E non lo sono più.Sono un povero mendicanteE Dio mi sorride.Il resto può andare in malora.Brandàno di Glenthia
- Draskìr – 3 aprile A.D. 1297[dagli Atti del Processo per Magia intentato dalla Città di Draskìr contro Brandàno il Crociato; dai Segreti Registri]A nomine Brandàno, figlio illeggittimo del signor […] e della cortigiana […] di Glenthia, est partito più di vent’anni orsono per la Crociata, al seguito degli eserciti imperiali […] ritenuto caduto durante la battalia di Remkha et considerato disperso […] ritornato tre anni or sono […]Avendo le sue proprietà perdute et confiscate in nome de la Chiesa per il bene pubblico est considerato nullatenente et privo d’albergo […] ad eccezione di una spada corta et scudo coi simboli imperiali ch’egli adduce a pruovar la sua storia […]Est ospitato presso case di peccato et bordelli de le campagne circostanti […] vive di elemosina et dicitur cure corporali che dispensa agl’infermi, gli ammalati, i miserandi et le sgualdrine […][…] lo messer Brandàno detto il Crociato – per mancanza d’altro nome – aver manifestato di curare inspiegabilmente nel corpo e nello spirito lo magnifico Conte […] che tornato dalla caccia s’era procurato […] che avea aperto uno squarcio monstruoso ne la gamba et pareva destinato a morte certa, come li medici […]l’imputato aver fatto ciò servendosi solo di bende et acqua calda, non essendosi trovatigli indosso filtri neque erbe o altera essentia […]est dichiarato scagionato de l’imputatione di magia et ritenuto inspirato da la Santissima Croce […][…] poniamo noi sotto surveglianza et controllo in attesa di miglior impiego dei suoi talenti.
- Draskìr – 15 maggio A.D. 1298
Successe ancora, molte volte, lungo il viaggio di ritorno. Ne potrei raccontare di cose. Ma non so se potrei farlo in battaglia. Comunque non ha importanza. Non andrò più in battaglia. C’è già molta tristezza nel mondo, senza bisogno di altre guerre. Questa religione inutile. Grazie, Dio, di avemi insegnato. Grazie per avermi fatto capire. Vorrei scrivere. Ma mi prenderebbero per apostata. Allora preferisco vivere. Conoscere gli uomini. Mi piacerebbe poter leggere di più. A Benediktbeuren c’erano molti libri da leggere. Uno degli aspetti negativi della vita di un frate mendicante è quello di non aver a che fare con le biblioteche. Mi dispiace, ma tant’è. In compenso sono molto stimato. I contadini, gli artigiani, persino i fabbri, per non parlare della povera gente e delle donne. Un tempo avrei pagato per tutto questo, anche se me l’immaginavo diverso. Comunque una bella donna è bella anche senza un vestito da nobile. E l’oste che ti è riconoscente per aver fatto nascere suo figlio è una comodità che molti nobili non possono permettersi. E ora non è come i primi anni, che non ero nessuno. Ho fatto bene a curare il Conte. Sì, va bene, tre giorni di tortura, ma ora ho la protezione. Tu ne sai qualcosa, vero?Tu, tu. Non ti interessa come ti chiamo. È chiaro. Solo uno stupido potrebbe pensare che Dio ha un nome. Dio ha molti nomi. Sono gli uomini ad averne solo uno per chiamarlo.Questa del vecchio Eteleberto ci sono stato un po’, ma alla fine l’ho capita, me l’hanno spiegata dei giocolieri di passaggio.Brandàno il Crociato
- Draskìr, 15 dicembre A.D. 1299
Santo Barholomeus, protettore dei cocomeri e degli ospedali. Questo capitano delle guardie oggi è venuto e mi ha tirato fuori dal carcere in cui mi aveva gettato di nuovo quel beota del vicario. Certo non sempre chi ti aiuta… come racconta la favola della mucca e del pulcino. Sono stato rifocillato e ripulito e, rifatto uomo, stipato nel quartiere reale di Draskìr in attesa di ordini. Dopo hanno fatto la loro comparsa alcuni strani individui, gente decisamente di malaffare, nobilastri e altri. Per fortuna c’era un fabbro con il quale ho potuto scambiare quattro chiacchere a proposito di mele e incudini.A sera si è presentato niente meno che uno dei rampolli reali, Norwin, in compagnia di un costrutto semovente in metallo a piastre, mi pare che sia un dono del re di Erin alla stirpe di Vaughen.Dimenticavo, il costrutto è anche dotato di parola e più tardi ho appurato che trattasi di un cavaliere infedele di un certo qual ordine dimenticato dai più.A quanto pare sono stato intruppato in missione con questi tizi, allo scopo di ritrovare il re nelle terre selvagge a nord di Glenthia. D’accordo, se non siete ancora defunti dal ridere, sentite questo. Partiamo domattina, sono tutti a cavallo, tranne io e il fabbro, John. Evidentemente a corte hanno perso completamente la ragione da quando è morto il re.Brandàno il Crociato
- Sulla strada da Draskìr a Glenthia, 16 dicembre A.D. 1299
Il mattino è freddo, e il giorno lo sarà ancora di più. Ho portato una pelle in più per coprirmi ma non l’ho ancora indossata. Devo ricordarmi di raccogliere un po’ di erbe per le tisane lungo la strada.La nostra spedizione è alquanto eterogenea. La nostra guida è San Bartholomeus, protettore dei cocomeri e degli ospedali, di cui sopra.Segue il fabbro, anche di lui vedi sopra, si chiama John e al suo paese lo chiamano “il Bue”. Non so quanto siano grassi i buoi delle vostre terre, ma nel paese di John di sicuro mangiano carne tutti i giorni. Peserà qualcosa come duecento chili e con questo freddo non si può far altro che invidiarlo. È l’unico a piedi, come me, e d’altra parte credo sarebbe stato troppo crudele trovare un cavallo disposto a portarselo in groppa. È lui che scorge la figura del capo degli assassini appollaiato che ci guarda partire da lontano.Continuiamo ora con le presentazioni dei nobili a cavallo.Uno, che mi hanno presentato, è Martin di Ravendish, detto (da me) Scioglilingua. Parla in un modo come se avesse sempre la bocca piena e a me la codesta cosa fa l’effetto di un guanto d’arme piastrato che stride su un blocco di granito, fate voi.Poi viene Rudolf Steiner, cavaliere imperiale di gran corte. Finora non gli ho dato l’opportunità di presentarsi, altrimenti è possibile che mi urli addosso qualcosa del tipo “quando ti rivolgi a me devi dire sissignore signore!”. Infine il dono del re di Erin. Si chiama Egill ed è un cavaliere Ladhrim (mi pare si scriva così). È uno sfacciato infedele, girando con i simboli di Libra indosso, una divinità pagana votata alla giustizia e forse è quello che suscita maggiormente la mia curiosità. A volte sembra triste, altre volte allegro, ad ogni modo mi pare quello più felice di essere votato alla morte.Chiude il gruppo uno degli esseri più strani di cui abbia fatto conoscenza, e di uomini strani ne ho conosciuti.Si chiama “Galaverna”. Aggiungerei “il Bianco”. Ha i capelli bianchi, ma si vede che è giovane. Ha la carnagione bianca. Indossa vestiti bianchi di lino. Parla poco. E morirà di raffreddore. Almeno se si ostina a non coprirsi con questo freddo ladro. Brandàno il Crociato
- Villaggio di Ferna, 17 dicembre A.D. 1299
A Scioglilingua brontola lo stomaco e a sera ci fermiamo. In terre civili lo stomaco di un nobile è legge, e scandisce le ore del giorno. Non mi lamento, e neanche il mio stomaco. Anche io ho delle parti nobili!Ad ogni modo si cena in taverna. Non ci crederete, Scioglilingua ha il suo bicchiere personale. Quando l’ha uscito stavo scoppiando a ridere, e lo ringrazio di questo momento di gioia. Per il resto freddo. E blasfemia.John si fa la croce con la mano sinistra. Scioglilingua prega mentre si cambia i mutandoni. Galaverna è un seguace di Scienza, una dèa pagana protettrice dei ragionamenti sconclusionati. Egill prega seriamente. Peccato preghi un’altra divinità pagana.Mi è rimasto solo Steiner. È un imperiale zelota che prega con la spada piantata per terra. Forse il peggiore di tutti.Dunque mi resti solo tu. Prego per Glenthia e per i suoi abitanti. Prego per i miei compagni. E prego per me, perché possa sopportare la vista della città rasa al suolo dal drago. Al re pensaci tu. Io so già che la nostra missione è impossibile. Ma non potrei trovarmi in nessun altro luogo al mondo in questo momento.Tra poco sarà l’alba, in nomine patri, filii et spiritus sancti, amen.Brandàno il Crociato
- Grande Madre Ursathra
Al largo, solca il Gorgo del Terroreuna nave panciuta senza equipaggioAscolta, marinaio senza un nomedella Grande Madre il canto profondoDal fondo della stivacanta la gente di Glenthia.Rascvetali jabloni i grushi,Poplyli tumany nad rekoj,Vyhodila na bereg Katjusha,Na vysokij bereg na krutoj.Vyhodila, pesnju zavodilaPro stepnogo, sizogo orla,Pro togo, kotorogo ljubila,Pro togo, ch’i pis’ma beregla.Oj, ty pesnja, pesenka devich’ja,Ty leti za jasnym solncem vsled,I bojcu na dal’nem pogranich’eOt Katjushi peredaj privet.Pust’ on vspomnit devushku prostuju,Pust’ uslyshit, kak ona pojot,Pust’ on zemlju berezhjot rodnuju,A ljubov’ Katjusha sberezhjot.Rascvetali jabloni i grushi,Poplyli tumany nad rekoj,Vyhodila na bereg Katjusha,Na vysokij bereg na krutoj.Alla voce di Keldon, Caronte dei Mari dell’Est“preparatevi a fuggire”, misero un piede avantii resti della gloria di Ursathrala Spada, l’Orso e il Vecchio Frate.Poplyli tumany nad rekoj
- Preghiera di Brandano a Shaileen
Parlano piano al sole le ombre stanche di rumorose rabbie e infinite menzogne Lunghe di sterminati fili in lunga fila sorde ai tonfi di corpi che vengono abbattuti Tra poco arrossa il cielo della sera sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuoreMuoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori La saggezza è impazzita, non sa l’intelligenza La ragione è nel torto, conscia l’ingenuità Ma non tacciono i canti e si muove la danza Quietami i pensieri e il canto e in questa veglia pacificami il cuore NdM (nota del miniatore)Al piè della pagina colui che alcuni chiamano il santo bevitore riporta una nota vieppiù incomprensibile, che così ho interpretato e che mi pare si riferisca al testo della ballata di cui l’autore del diario ha vergato le strofe più sopra:Anche se da anni ormai non più mi ascolti, ti pregherò con questa canzone di attori girovaghi e peccatori, perché adatta mi pare a codesta città di merda nella quale mi trovo a soggiornare. Amen
- Piovono pietre. Ursathra, fronte occidentale, 1 febbraio 1300.
Striscia di confine tra l’accampamento dell’esercito imperiale occupante e gli acquartieramenti del Principe Ragnar sulle Colline Grigie.Piovono pietre. Con la scusa di chiamarci traditori, piovono pietre. Il conte Mawgar s’è portato dietro un elfo scuro guerriero e stregone travestito da cavalier cortese. Hanno deciso di farci la festa da quando siamo partiti di nascosto per andare a trattare con gli imperiali. Ma si nascondono dietro la veste di zeloti difensori degli eserciti di Ursathra. Piovono pietre. John giace per terra alla ricerca del suo mazzafrusto, ha fatto una cura dimagrante di almeno venti chili. Piovono pietre. Martin in ginocchio cerca di rialzarsi, ha la testa spaccata, le sue lame sono lontane dalle sue mani. Piovono pietre.Ma i traditori sono loro! Mawgar ha aperto le coste settentrionali alla conquista di questa nuova forza del male, gli elfi scuri. Ma chi cazzo sono gli elfi scuri? Chi li ha mai visti? Mai visto un elfo, figurarsi scuro. Piovono pietre. Il padre di Martin, appena ritrovato, giace in una pozza di sangue. Piovono pietre. Galaverna è sepolto sotto il suo cavallo, non si può muovere. Meglio. Non posso pensare anche a lui. Non posso pensare a tutti contemporaneamente. Appena smetterà di piover pietre scenderanno a finirci. Se uno di noi appena si muove, nel giro di un amen, sarà trasformato in un puntaspilli dai balestrieri di Mawgar. Stanno venendo a finirci, sono sopra di noi, pochi metri.Guardo Egill, non vedrà i suoi amati cavalieri grigi, e soprattutto nel suo paese nessuno saprà che ha compiuto la sua missione. Povero ragazzo, ci tiene così tanto.Sono pochi passi sopra di noi, con le balestre puntate, stanno cercando di capire chi dovrà essere il primo. Un po’ più in là Mawgar con i suoi scagnozzi e assassini più fidati si gode la scena della vittoria.Ma, fratello Mawgar, quel giorno non sarà oggi, perché io ricordo ancora le Lezioni di Strategia scritte in ottavo, ricoperte di polvere e sabbia, su uno scaffale ricoperto di polvere e sabbia, di un monastero abbandonato ricoperto di polvere e sabbia, in un deserto ricoperto di sabbia e sangue.I – copertura: trovandovi allo scoperto, in balìa del nemico cercate subito una copertura adeguata. Dio, fa che la nebbia salga a nasconderci alla morte, ma fallo in fretta, prima che abbiano il tempo di scoccare.II – arroccamento: predisponete le difese adeguate per guadagnare una mossa sul nemico. Dio, spaccagli la testa se solo cercano di oltrepassare la nebbia, ma fallo con calma perché devo curare almeno quelli messi peggio.III – difesa e contrattacco: trovandovi in inferiorità numerica farete sì che il nemico venga a voi, sul terreno più opportuno…. Dio, castigali per il loro tradimento, rovescia su di loro la piaga delle locuste, e fallo subito, perché non ho molto tempo.Fuggi, Mawgar, fuggi. Oggi non coglierai il fiore rosso dell’assassinio, ma presto verrà per te il giorno del giudizio.Perché io sono Brandano di Glenthia e ricordo le parole del venerabile Eteleberto.Vedo John calare il mazzafrusto sul petto dell’elfo scuro.Anche oggi Ursathra ha vinto. Balalaika!In fede,Brandàno il Guaritore
- Mith Drannor, Anno 1 dell’era imperiale
Lode all’Inviolato di Frate EtelebertoNe abbiamo attraversate di tempestee quante prove antiche e dureed un aiuto chiaro da un’invisibile carezzadi un custode.Degna è la vita di colui che è sveglioma ancor di più di chi diventa saggioe alla Sua gioia poi si ricongiungesia Lode, Lode all’Inviolato.E quanti personaggi inutili ho indossatoio e la mia persona quanti ne ha subitiarido è l’infernosterile la sua via.Quanti miracoli, disegni e ispirazioniE poi la sofferenza che ti rende cieconelle cadute c’è il perché della Sua assenzale nuvole non possono annientare il SolePostilla di Frate Brandano da GlenthiaE lo sapeva bene Galavernache il diavolo è mancinoe subdoloe suona il violino.