Giunse infine l’alba dell’ultimo giorno della Festa di Mezza Estate e gli scudieri dei valenti cavalieri già si accingevano a preparare i fagotti dei loro blasonati signori, poiché lunga era la via del ritorno nascosta dall’intricata foresta di Evrèl. Si racconta che ben pochi notarono il colossale costrutto d’ossa giallastre che, staccandosi con un balzo dalla parete della scogliera al di sotto del grande maniero di Lairenne, spiegò le immense ali membranose e lacere, sfiorando con beffarda leggerezza la superficie cupa e prodonda del lago. Soltanto quando il ruggito dell’angelo di Bertrando squarciò la nebbia del mattino tutti gli sguardi si puntarono verso le acque di Greveil, ed i cuori di coloro che ancora dormivano tremarono all’unisono di quelli che eran già desti.
Improvvisamente il lago rispose con voce possente, e pareti d’acqua alte più di tre metri urtarono la riva, seminando il panico tra signori e servitori, abbattendosi con forza sugli scranni intarsiati e trascinando via con sé le picche ornate dai più illustri stendardi dei signori di Cheemon.
L’agghiacciante evento ebbe termine rapidamente come era cominciato, ed anche se l’empia ombra alata si era già dileguata tra le nebbie orientali e le acque erano tosto tornate serene, lo scompiglio causato da tale sconquasso si attardò a lungo tra umide tende dei cavalieri e dei nobili nati
Fu allora che una piccola imbarcazione venne scorta nel suo lento avvicinarsi alla riva, e sulla prora, diritta come un fuso, si stagliava la snella figura di Marchesa, annegata e riemersa in una sola notte e sfuggita, insieme ai suoi compagni, alle empie sale della città perduta di Ygvengar.
Dissero alcuni che i nobili di Lairenne furono gli unici testimoni degli ultimi istanti dell’immortale sacerdotessa Yskemora e degli Ygviri che l’avevano tradita, ridotti in cenere dalla luce del sole.
Dissero altri che malvagità e ossa contorte piovvero come grandine sul tempio riemerso, e che il bordone dell’Oracolo di Yg fu spezzato in mille frammenti al tocco dell’empia creatura alata scaturita dalla tenebra.
Dissero queste e molte altre cose nell’ultimo giorno del grande torneo di Marchesa. Eppure in pochi avrebbero indovinato che gli eventi occorsi in quel tempo angoscioso avrebbero legato il nome del casato di Lairenne ad una delle più grandi imprese tramandate dai bardi dell’epoca a venire.
Ma questa, come ben sanno gli eruditi, è un’altra storia…