Le cronache riportano che i Demoni si piegarono al volere della stirpe di Acheron, e si racconta che ancora oggi alcuni di essi veglino sulle arcaiche piramidi che custodiscono i loro corpi imbalsamati. Nemmeno gli adepti delle nere sette di Stygia, i cui nefasti rituali da sempre includevano sacrifici umani, riuscirono mai a costringere i crudeli abitanti del reame dell’incubo ad obbedire per molto tempo ai propri voleri.
Dopo aver riposato, gli avventurieri si diressero di buon mattino verso il distretto minerario di Kherd. Tuttavia, dopo svariate ore di marcia, i loro occhi si posarono su un tetro spettacolo: le abitazioni erano state date alle fiamme, mentre avvoltoi e iene del deserto banchettavano con i cadaveri degli abitanti del villaggio.
Dakkar e Chandra, armi in pugno, si stavano accingendo ad esplorare il villaggio, ma si arrestarono nell’udire la voce di Isaac; il loro vecchio compagno di avventure, che essi ritenevano ormai prossimo alla morte, si era infine destato, e per quanto malconcio era pronto ad unirsi nuovamente alla compagnia.
Isaac, giunto la sera precedente, aveva assistito all’aggressione del distretto da parte di nere creature. Temendo per la sua vita, si era nascosto attendendo l’alba per ritornare a Remkha, ma alla vista dei suoi vecchi compagni cambiò idea, conscio del fatto che nessuno a Remkha avrebbe più pagato l’incarico per il quale si era messo in viaggio.
Gli avventurieri si diressero verso la miniera, che come un pozzo verticale sprofondava nelle viscere della montagna. Giunti nel livello inferiore Andrey notò subito l’ingresso spalancato nella parete di roccia: un’entrata un tempo segreta era stata schiusa, senza che nessuno si fosse preso la briga di occultarla dopo il suo passaggio. Cercando accuratamente impronte sul terreno, Andrey rivelò che le creature nere erano emerse da quelle antiche sale, piombando nella notte sugli impreparati abitanti di Kherd e trucidandoli dal primo all’ultimo.
Nonostante fossero tutt’altro che rassicurati dalle parole di Andrey, gli avventurieri si inoltrarono nei passaggi, esplorando gran parte dell’antico tempio sotterraneo. Dopo aver attraversato svariate sale vuote e sopravvissuti all’aggressione di un gigantesco verme-iena, l’occhio acuto di Andrey scoprì un passaggio segreto al di là di un’imponente statua, facendo ingresso in una delle aree utilizzate dagli accoliti di Seth.
Rinvenute delle vesti e dei mantelli simili a quelli indossati da Nekher, gli avventurieri si camuffarono alla meno peggio, e audacemente si accodarono ad una processione diretta verso il cuore del tempio. Tuttavia, temendo di essere scoperti, essi voltarono per un corridoio secondario quando la processione stava per entrare in una vasta sala. Nessuno di loro poteva sapere che dopo svariate giravolte, essi sarebbero tornati proprio sui loro passi, e risolto l’enigma della lettera, doppia come la lingua del serpente, ebbero accesso alla sala del sacrificio.
Una vittima era già sull’altare, coperta da un telo bianco e circondata da sei accoliti. Alle loro spalle sei statue raffiguranti una delle blasfeme divinità di Stygia grondavano sangue dalle bocche di pietra, raccolto nella vasca semicircolare sottostante . Con somma sorpresa degli avventurieri, Zahuro si trovava incatenato ai piedi dell’altare, prigioniero di uno strumento di tortura che avrebbe causato la sua morte in poche ore.
Decisi a sventare il sacrificio, gli avventurieri si diressero verso l’altare, confidando nel loro travestimento. Tuttavia, niente andò come avevano previsto.
Un gigantesco demone emerse dalla vasca di sangue alle loro spalle, brandendo una lama infernale capace di mietere la vita dei mortali con terrificante semplicità. Dakkar si gettò nella mischia impegnandolo in battaglia mentre Kiran apprendeva con sgomento che la vittima destinata a Seth era Deeva, proprio la donna che credeva di aver salvato la sera precedente.
Durante la spaventosa battaglia, la lama del demone spezzò la resistenza di Dakkar e Andrey, e costrinse Isaac alla fuga, mentre Xirtam si trovò coinvolto in un inaspettata battaglia contro Zahuro, il quale, mostrando ben poca riconoscenza, lo aggredì con la stessa spada che il bardo gli aveva donato.
Chandra, intuendo che il momento della verità era vicino, indossò il Talismano dell’Ombra e tentò di comandare il demone, invano. Tuttavia, il potente sigillo di Acheron non era privo di poteri, e per ben tre volte la spada infernale venne respinta dal talismano. Isaac e Kiran raccolsero i corpi martoriati dei loro compagni trascinandoli nel corridoio quanto più indietro potevano, mentre Deeva, stordita da pesanti droghe, seguì meccanicamente il mago prima di cadere accanto al corpo di Andrey.
Distrutti dalla malefica apparizione, gli avventurieri sopravvissuti percepivano lo sgomento degli eventi a cui avevano assistito, e l’urgenza di trovare uno scampo al destino che minacciava di travolgerli tutti.