Durante il Regno di Cristoph III d’Amberville, il Regno di Cheemon si trovava sull’orlo di una nuova guerra civile. Ben pochi potevano sospettare in quell’epoca la terribile verità: nell’antica sala del trono di Gundobad, il Re Stregone aveva fatto ritorno. In possesso di uno degli Occhi Ghiacciati del Tiranno, egli pose sul proprio capo la Corona di Engul, placando per sempre l’ira dei suoi avi.
Quando Falstaff riprese nuovamente conoscenza, il settimo giorno del torneo era già cominciato. Nella sua mente echeggiava ancora l’avvertimento di Sabishi, che si era recata nelle sue stanze la notte precedente, al fianco di un terrorizzato Telehma. Durante la loro assenza, la congiura sembrava essersi avviata verso l’ultimo tragico atto, e nonostante adesso la Compagnia potesse contare sul supporto del Secondo Signore della Legge, Falstaff aveva la netta impressione che questo potesse non bastare.
L’avvertimento di Sabishi inoltre era stato sibillino: la Compagnia che tanti fastidi aveva arrecato ai cospiratori, sarebbe stata accusata presto di un crimine che non aveva commesso, sebbene l’affascinante Maestra degli Usurai non conoscesse altri dettagli. Quando la Compagnia discusse la questione, tutti concordarono che era necessario agire presto e in fretta, in modo da battere sul tempo i criminali che tramavano contro il Trono di Alabastro.
Disponendo di pochi indizi, la Compagnia era decisa ad affrontare di petto una delle pedine dell’intricato gioco del trono. Ma quando gli avventurieri si recarono nelle stanze di Arnauld Lecroassin, Medico di Corte vicino all’entourage del Terzo Signore della Legge, trovarono il pingue cortigiano in compagnia di Celebrim, moglie di Alcor Crownar. Telehma si accorse presto che la singolare nobildonna aveva in qualche modo affascinato con arti stregate il Medico di Corte, e soltanto quando Falstaff chiese assistenza per il suo braccio mutilato, la donna si risolse a lasciare le stanze di Arnauld, promettendogli di incontrarlo più tardi.
Non sapendo se fidarsi della compagna di Alcor Crownar, Telehma decise di rimuovere l’incantesimo dal Medico di Corte, il quale cambiò immediatamente atteggiamento e modi quando dovette riferirsi nuovamente a Celebrim. Non disponendo di cruciali informazioni per mettere alle corde Arnauld, Theodor ricorse al potere di Elric per comandare che la verità sgorgasse dalla bocca del Medico di Corte ad una domanda critica. La potente voce del sacerdote tuonò improvvisamente durante la pacata conversazione e Arnauld emise un gemito che fu da tutti udito: “Tradimento”.
Colto dal panico e sudando copiosamente, il Medico fu costretto a rivelare sempre più parte della verità. Sino al punto in cui pur di evitare un coinvolgimento diretto, scortò la compagnia sino alle sale private del Terzo Signore della Legge, dove avevano accesso soltanto i più fidati dei suoi consiglieri… e per un buon motivo.
Le Sale dell’Oppio come erano chiamate a bassa voce da alcuni cortigiani erano rese nebbiose dalla droga respirata dai presenti, i quali sognavano per metà distesi su comodi sofà. Eban Regel, stordito dalla droga, scambiò gli avventurieri per servitori di Ansalom, e si lasciò sfuggire inquietanti rivelazioni che oltre a spiegare alcuni interrogativi ne ponevano molti altri.
Il Re non poteva essere ucciso: la maggior parte degli eserciti del Nord era ancora ad Aghijon, e questo avrebbe significato una carneficina all’interno dello stesso palazzo reale. Il Re sarebbe stato dunque costretto ad abdicare, ed i tre Signori della Legge avrebbero in seguito appoggiato il casato d’Aubert, come già la Compagnia aveva scoperto. Eban Regel però sembrava estraneo ai modi in cui tutto ciò si sarebbe verificato, lasciando intendere che proprio i servi di Ansalom che credeva aver davanti avrebbero dovuto occuparsi della faccenda. Prima che la propria identità fosse scoperta, la Compagnia si ritirò dalle Sale dell’Oppio, insieme al taciturno Medico di Corte, dal quale ottennero il silenzio che comunque egli avrebbe osservato: se Eban Regel avesse soltanto sospettato il suo tradimento, il suo fato sarebbe stato segnato.
Recatisi nella Sala Esagonale di Castello Vecchio, gli avventurieri assistettero ad una parte dei Certamen dei Cantori, che quel giorno disputavano una delle ultime contese, con stoccate in rima e altisonanti versi. Tuttavia, l’interesse della Compagnia era rivolto ai presenti, ed in particolare ad Emile Dernier, il quale sembrava introvabile. Mentre gli avventurieri si aggiravano tra i cortigiani cercando di non attrarre l’attenzione, scorsero il barone Alcor a fianco della moglie, Celebrim, e del piccolo Constantin.
Superati i soldati della casata dei Crownar, che si scostarono subito ad un ordine del Barone, la Compagnia mise al corrente Alcor di quanto stava accadendo. Dopo una breve consultazione, Celebrim acconsentì ad aiutare gli avventurieri a penetrare nella Torre Occidentale, dove si sarebbe tenuto il Consiglio di Guerra del Re, durante le ore notturne. Se davvero qualcuno avesse voluto attentare alla sua vita, o costringerlo ad abdicare avrebbe sicuramente approfittato della notte, e così la Compagnia accettò di buon grado l’offerta.
Le arti di Celebrim superavano di gran lunga gli incantamenti che Telehma aveva appreso sino a quel momento, suscitando una certa invidia nel giovane, che vide gli armigeri di guardia affascinati dalla stregoneria della nobildonna in modo così forte da spingerli a lasciare incustodita la porta che avevano giurato di sorvegliare innanzi al proprio Re. Superato ogni ostacolo, la Compagnia raggiunse la Sala dove si sarebbe svolto il Consiglio di Guerra del Re… e nascosta nell’imminente buio, attese.