Il traditore del regno

Durante gli ultimi anni della guerra, Ashraf Majid tradì il Re Stregone per schierarsi al fianco di Edouard III, consentendo agli eserciti del Marchese Lefevre di transitare nei propri territori e raggiungere in tempo il Signore di Vultur nella marcia verso Gundobad. Da allora, la macchia del tradimento pesa gravemente sulla casata di Majid, anche se i bardi riportarono che Ashraf non tradì per denaro o per timore, ma per mero desiderio di vendetta.

Quando Ritchie si avvicinò al gruppo di avventurieri pregustò il loro disagio. Il mago veste nera sembrava consumato da una malattia che rendeva pallida la sua pelle, ed i pochi capelli mettevano in risalto il cranio ossuto. Mentre Crovont si appartava per conferire con l’inquietante Ritchie, il resto della Compagnia decise di incamminarsi verso Castello Vecchio. Nonostante gli accadimenti infatti, Theodor non aveva dimenticato i suoi doveri, e sentiva sempre più l’urgenza di conferire con il Cardinale Menteur.

Quando finalmente Theodor ebbe modo di incontrare il Cardinale nei giardini di Castello Vecchio, riuscì a stento a dominare la sorpresa nelle rivelazioni che udì quel giorno: l’Ecclesiarchia aveva infatti notato il suo operato nelle Terre di Confine, e Theodor sarebbe stato presto investito della carica di Vicario della Croce Nera. La cerimonia sarebbe stata celebrata al termine del torneo, proprio prima della partenza di Theodor verso la lontana città di Ciliàc, nella quale avrebbe dovuto consegnare un prezioso manoscritto miniato al monaco Ramiel, le cui tracce erano state misteriosamente smarrite negli ultimi mesi.

Ancora stupefatto per la sorpresa della nomina, Theodor si riunì ai propri compagni, i quali erano stati nel frattempo avvicinati da un burbero soldato del barone Ashraf Majid, il quale concedeva loro udienza nella sua tenda. Prima di accettare l’invito, il gruppo decise di recarsi al padiglione di Benjamin Tuller, per esaminare gli effetti personali di Drimacus. Benjamin, impegnato a sorseggiare il proprio tè, promise che si sarebbe incaricato di presentare la richiesta ad Émile Dernier prima possibile.

Quando il gruppo giunse al cospetto di Ashraf Majid, il barone dalla pelle scura ascoltò con attenzione quanto la Compagnia aveva da rivelargli. Non appena Telhema rivelò di essere a conoscenza dell’identità di Arsenoir e della presenza del veleno nella tenda del barone, una figura sinistra si fece avanti, avvolta in lacere vesti biancastre che rivelavano una consunta armatura di cuoio. La Compagnia riconobbe l’uomo che il giorno prima era fuggito da Castello Vecchio durante il Ballo d’Apertura, e si preparò al peggio: tuttavia, il Maestro degli Assassini di Antioch, mancante di un dito nella mano destra sembrava disarmato.

Dopo alcuni attimi di tensione, l’uomo dalla pelle brunita rivelò che, alcuni anni addietro, un barone del Vecchio Mondo aveva effettuato un sinistro scambio con il Vizir, recando nelle sue terre qualcosa che non avrebbe mai dovuto raggiungere le sponde al di là del mare. L’assassino era stato incaricato di porre rimedio a quanto accaduto, e la sua caccia lo aveva portato nel lontano regno di Cheemon. Tuttavia dopo l’intempestiva morte di Drimacus, non vi erano altre tracce da seguire.

Le inquietanti rivelazioni dell’Assassino di Antioch gettavano altre domande alla Compagnia, che decise di ritirarsi per consultarsi sulle scoperte appena fatte. Dopo alcuni attimi di tensione, il barone acconsentì con riluttanza che il gruppo di avventurieri lasciasse la propria tenda, dando alla Compagnia l’occasione di raggiungere la relativa sicurezza offerta dal padiglione di Gwyn Turtle, dove l’attendeva un inquieto sonno senza riposo e senza sogni.