Talvolta la bizzarra consuetudine del volgo ha radici profonde quanto quelle delle antiche casate dei più nobili tra i nostri antenati. Qualunque fenomeno sopravviva così a lungo allo scorrere del tempo dovrebbe meritare la giusta considerazione agli occhi degli storici, ed è per questa ragione che ho rivolto la mia attenzione all’Arena di Goubille, che è stata teatro di duelli ben prima che le pietre del Chiostro del Plateau de Saclay venissero poste per la gloria di Nostro Signore. Dopo lunghe ricerche e osservazioni, penso sia giusto affermare che la popolarità di questo luogo sia legata alla convinzione di trovarsi innanzi alla giustizia divina: da secoli infatti, chi mette piede nell’Arena di Goubille rinuncia ai suoi titoli e privilegi, ed accetta di combattere con le proprie sole forze, innanzi allo sguardo severo degli Dei.
Quando la Compagnia si riunì, Theodor notò subito che nel trambusto dell’inseguimento di Drimacus, Constantin era stato lasciato indietro. Preoccupata per la sorte del ragazzo, la Compagnia si mise subito alla sua ricerca, dirigendosi immediatamente verso la Torre Esagonale di Castello Vecchio, dove i cantori si sfidavano per conquistare la stima della corte e la vittoria dei Certamen.
Lungo il tragitto, un’avvenente locandiera dai capelli biondi fermò perentoriamente l’intero gruppo, rivolgendo inquisitorie domande agli avventurieri. Dopo brevi scambi di battute, la donna, il cui nome era Aileen, confessò di essere preoccupata per il bizzarro cambiamento avvenuto a Drimacus Galoise, a cui era molto affezionata. Incuriositi dal racconto della locandiera, i membri della Compagnia le proposero di accompagnarli nella ricerca di Constantin, cercando contemporaneamente di incrociare i passi di Drimacus.
Tuttavia, per quanto avessero cercato attentamente all’interno della Torre Esagonale, nè Constantin nè Drimacus erano presenti, tantomeno Benjamin Tuller. Proprio mentre la Compagnia si era risolta a cercare all’esterno, Crosis notò Argo, Capitano delle Guardie di Castello Vecchio, fare il proprio ingresso e dirigersi con discrezione verso la predella reale. Approfittando della propria posizione, la Compagnia chiese delucidazioni al Capitano, venendo così a sapere che il corpo dell’intruso era stato finalmente rinvenuto tra gli scogli alla base delle mura di Castello Vecchio. Quando il Capitano ritornò alla scogliera, l’intera Compagnia lo seguì.
Grande fu la sorpresa degli avventurieri nel constatare che l’uomo che era stato ritrovato altri non era che Drimacus Galoise, apparentemente affogato tra le acque del fiume. Ma ad un esame più attento, Crovont rivelò che l’uomo era morto per via di una profonda ferita al cuore, che gli era stata inferta con un pugnale dalla lunga lama.
Ancora più allarmato per via dell’uccisione perpetrata nei dintorni di Castello Vecchio, l’intero gruppo si gettò con rinnovata foga nella ricerca di Constantin e dopo una lunga ora di ricerche, finalmente Telhema scorse il ragazzo tra la folla che assisteva all’apertura dei combattimenti dell’Arena di Goublille. Quando la Compagnia raggiunse il ragazzo, scoprì che egli si trovava insieme al fratello maggiore, Alcor Crownar, il quale acconsentì burberamente a lasciare in custodia il giovane agli avventurieri, sotto la promessa che avrebbero vegliato più cautamente sulla sua sorte.
Nel frattempo il campione dell’Arena di Goubille aveva fatto il proprio ingresso, tra il vociare dei presenti. Il suo aspetto era temibile, e il soprannome del campione “Spaccaossa” non lasciava presagire nulla di buono per i suoi avversari. Tuttavia, esortato dai proprio compagni, Narth entrò nel cerchio dell’Arena e Falstaff, certo della forza dell’amico, vide un’ottima possibilità per moltiplicare rapidamente le proprie corone d’oro e scommise un’ingente somma di denaro sulla sua vittoria con un avido gnomo dal naso sottile, ansioso di fare altrettanto.
Ben pochi combattimenti sarebbero stati più brutali di quelli combattuti nell’Arena di Goubille, ma per quanto Narth opponesse la caparbia testardaggine tipica dei nani, rifiutandosi di cedere e rialzandosi per tre volte dal fango, fu costretto alla resa quando un violento gancio dello “Spaccaossa” mise al tappeto il barbuto combattente per qualche minuto. La Compagnia si rese conto che il Campione dell’Arena ben meritava il suo titolo, mentre Falstaff avrebbe impiegato il resto del pomeriggio a riprendersi dall’ottundimento al pensiero delle corone d’oro perdute. In lontananza uno gnomo avido non poteva contenere la propria felicità, strepitando per la vittoria del Campione dell’Arena.
Mentre Narth riprendeva i sensi, venne avvicinato da un uomo del Nord, dall’insolito accento Eriniano. Si trattava di Erk Kerrigan,che inaspettatamente invitò il nano e il resto della compagnia all’accampamento di Thork Borogar.
Fu così che il gruppo ebbe modo di conoscere la Compagnia del Cinghiale, di cui molte canzoni avrebbero parlato a lungo, e le cui spade erano state unite a quelle di molti valorosi per sconfiggere Xian. Ma in quel momento, l’accampamento era rallegrato dal sidro e dal comune proposito di sconfiggere l’imbattibile campione dell’Arena di Goubille e la Compagnia riuscì a dimenticare, per qualche istante, i tetri avvenimenti occorsi nella prima parte della giornata.
Alla base del Plateau de Saclay, dove i miserabili si riunivano, un’improvvisata corte dei miracoli si esibiva in una scatenata danza, animata dal suono di un flauto al quale note e disarmonie venivano strappate con forza. E nel turbinare delle gonne delle gitane, Falstaff riuscì a dimenticare il denaro perduto.