La notizia che il terzogenito dei Crownar di Luth Golein avrebbe preso in moglie la prima figlia del Re gettò nello stupore l’intera corte. Si disse in seguito, che il Duca d’Aubert considerò questa scelta un’affronto al suo casato, e accusò Celebrim, moglie di Alcor Crownar, di aver stregato il cuore del Re. Tra i dotti si sostiene però che la sua ira fosse dovuta alla prematura scomparsa del figlio, il cui lignaggio sarebbe stato di gran lunga più nobile e idoneo per regnare dal Trono di Alabastro.
Narth aveva appena acceso la sua pipa e disteso le gambe dopo aver divorato l’arrosto preparato dal pingue Garcia, quando si accinse ad ascoltare i propri compagni, immersi nelle consuete speculazioni su chi potesse avere interesse a tramare contro il Trono di Alabastro e la dinastia del Re. Ma il nano sentiva in cuor suo che il bandolo della matassa era ancora fuori dalla vista della Compagnia, e mai quella sensazione si rivelò più vera che nel terzo giorno del torneo.
L’arrivo di Malachia, di ritorno da Aghijon, interruppe la conversazione degli avventurieri; il vecchio scriba era latore di una straordinaria notizia che avrebbe gettato un nuovo elemento nelle considerazioni della Compagnia: Constantin era stato infatti promesso sposo, con l’approvazione del padre, alla primogenita di Cristòph d’Amberville, legando la dinastia dei Crownar al casato reale.
Gwyn Turtle, che aveva appreso da poco la notizia per bocca del Re stesso, era visibilmente scosso e commosso per la sorte del ragazzo, che aveva da sempre considerato come un fratello minore, mentre Falstaff si inorgogliva al pensiero che proprio Constantin era stato il suo scudiero durante la giostra, e si immerse in sogni di gloria tanto fantasiosi quanto inconsistenti.
Quando l’intero gruppo ebbe digerito la notizia, di comune accordo gli avventurieri si recarono a Castello Vecchio per incontrarsi con i Signori della Legge. I cancelli dell’antico maniero erano nuovamente aperti, anche se lunghi arazzi scuri erano ben visibili nella Sala della Torre Esagonale, in memoria di Ashraf Majid, sepolto proprio sotto il Plateau dopo una solenne cerimonia.
Purtroppo, sia Émile Dernier che Claude Thierry non erano presenti, poichè avevano lasciato Castello Vecchio con la propria scorta. Intuendo che avrebbero scelto un luogo appartato per discorrere degli eventi, Falstaff propose di effettuare un breve sopralluogo nel piccolo bosco a nord del Plateau; e con grande stupore dei suoi compagni e di chiunque conoscesse bene Falstaff, la sua intuizione si rivelò esatta.
I mantelli bianchi della Guardia Reale potevano essere scorti al limitare del bosco, e formavano un ideale anello intorno ad una modesta radura, la stessa utilizzata dai lestofanti seguiti da Ritchie il giorno prima. Falstaff si calò il cappuccio sul viso e affrontando ogni rischio, cercò di avvicinarsi abbastanza alla radura per udire la conversazione dei Signori della Legge.
Aiutato dalla buona sorte, l’esploratore riuscì ad ascoltare parte della conversazione ed i suoi timori si moltiplicarono. Quando i due Signori della Legge si divisero, egli esortò i propri compagni a seguire le tracce di Émile Dernier.
Abbandonato il bosco e raggiunto il sentiero però, la Compagnia notò la scorta della Guardia Reale che tornava indietro, avanzando lentamente. Nel timore di essere scorti, gli avventurieri si recarono nella direzione opposta, nascondendosi oltre la prima curva della strada. Eppure la scorta di Émile Dernier non li raggiunse mai.
Ci vollero quasi due ore prima che gli avventurieri venissero a capo di ciò che era probabilmente accaduto: la perizia nel seguire tracce di Falstaff diede il primo indizio, confermato subito dopo dalla fruttuosa ricerca di Narth, che rinvenne all’interno di un tronco cavo probabilmente utilizzato per un misterioso scambio, un bottone smaltato d’oro, con inciso il simbolo della casata di Corbeau. Il nuovo indizio però frantumò alcune delle teorie che la Compagnia aveva formulato poche ore prima, gettando ulteriori dubbi su quanto stesse realmente accadendo.
Nel frattempo, l’ora si faceva tarda, ed il gruppo si recò nel piazzale dove i carpentieri stavano innalzando il patibolo per l’esecuzione dell’Assassino di Antioch. Le nubi nere addensatesi sin dal primo mattino però, cominciarono a rilasciare una fastidiosa pioggerellina, che si trasformò in poco tempo in un violento acquazzone estivo. Quando i lavori al patibolo furono interrotti, la Compagnia cercò riparo nella tenda di Gwyn Turtle, dove trascorse il resto della serata intorno al tepore di un allegro fuoco, mentre all’esterno la forte pioggia creava una cortina d’acqua impenetrabile, rischiarata soltanto dagli occasionali lampi bluastri che attraversavano il cielo soprastante Plateau de Saclay.