Riferiscono le antiche cronache che durante la decadenza del Regno di Zul’Argad, Zul’Ark detto l’implacabile ascese al trono e si dimostrò uno dei più longevi e crudeli Re dei Troll. Eppure, Draligar della stirpe di Umbor, con il favore di Drann, cinse d’assedio i monoliti del cuore del Regno di Zul’Argad, e nella celebre battaglia della Scure Rossa troncò di netto il braccio sinistro del mostruoso tiranno brandendo l’ardente Urak, conosciuta come Spaccafiamma tra le genti degli uomini, mentre il popolo dei nani distruggeva le fondamenta stessa di Zul’Argad. Così, cantavano gli antichi bardi, il Regno dei Troll fu spezzato dall’incudine e dal martello della stirpe di Drann.
Temendo per la sorte della piccola Elise, Theodor, Narth, Falstaff e Crovont decisero di non attendere oltre, ed all’alba del quinto giorno del torneo il nerboruto nano dava fondo alla sua scarsella per acquistare un carro che avrebbe scortato se ed i popri compagni sino al luogo in cui era tenuta prigioniera la figlia di Claude Thierry. L’intera Compagnia del Cinghiale, alla notizia del rapimento si schierò subito al fianco degli avventurieri, ed il nutrito gruppo di combattenti lasciò il Plateau mentre il sole era ancora basso ad Est, portando con sè i due mendicanti che avevano obbedito agli ordini di Kira sino al giorno della sua sconfitta.
Ci volle l’intera giornata per raggiungere il luogo nel quale si nascondeva Rashkad, all’apparenza nient’altro che una vasta caverna naturale, per metà allagata dal fiume Evier. Nonostante le tenebre fossero calate, gli avventurieri penetrarono all’interno, e dopo aver vinto la scarsa resistenza da parte di un gruppo di sventurati mercenari, fecero irruzione in un tenebroso antro.
La massiccia figura di Rashkad li attendeva nelle ombre. Differentemente da quanto avevano sospettato, il carceriere di Elise non era un uomo ma un enorme Troll, il cui braccio sinistro era mancante e i cui occhi erano stati accecati dal fuoco innumerevoli anni addietro. Nonostante questo, il Troll manteneva un’aspetto temibile, brandendo una lunga lama assicurata lungo il braccio destro, le cui rune stregate risplendevano di una luce malevola. Nonostante la Compagnia avesse tentato di evitare lo scontro, divenne subito chiaro che Rashkad non avrebbe lasciato che la sua piccola preda fosse portata via, e così la battaglia ebbe inizio.
Il mostruoso Troll si rivelò un’avversario molto superiore a quanto l’intera Compagnia si aspettasse, ferendo in maniera grave Narth ed amputando di netto il braccio sinistro di Falstaff. Soltanto innanzi al fuoco sprigionato dagli incantesimi e dalle ampolle d’olio Rashkad fuggì dal suo antro, dando il tempo alla Compagnia di trovare la piccola Elise e fuggire nella notte.
Falstaff, tenuto in vita soltanto dal potere curativo del favore di Elric, venne gettato sul carro privo di conoscenza. Quando riaprì gli occhi, non riconobbe il soffitto sopra di lui. I suoi compagni, riunitisi intorno al suo giaciglio gli raccontarono di come giunti al Plateau, Crovont e Narth fossero stati scambiati per i rapitori di Elise da Gustav Croquison. L’intera incomprensione stava per sfociare in una terribile tragedia, ma per fortuna Claude Thierry non li aveva dimenticati: dopo aver riabbracciato la figlia, era intervenuto prontamente ottenendo la scarcerazione della Compagnia, che adesso era ospitata in una delle sale di Castello Vecchio.
Nonostante Theodor avesse cercato di evitare troppi dettagli, Falstaff perse conoscenza prima della fine del racconto. Le condizioni dell’esploratore erano gravi, e il suo braccio mozzato, avvolto nelle bende, avrebbe certamente segnato la sua intera vita.