La guerra scaturita dall’ambizione del Re Stregone infuriò per cinque lunghi anni, culminando nella violenta battaglia di Gleries, durante la quale, a prezzo di molte vite, il Re Stregone stesso venne isolato dai suoi micidiali Carnefici e disarcionato dal suo mostruoso destriero. Ferito e sconfitto, il Sire di Gulnor venne dunque trascinato in catene tra le strade di Aghijon la bella. E come era stato predetto molte lune addietro, i cento occhi del tiranno avevano infine posato lo sguardo sul Trono di Alabastro, ma non cingendo il capo di un conquistatore, bensì quello di uno schiavo.
Nell’anno seguente i disordini nella regione misero a dura prova i soldati del Re. Terre vennero confiscate, nobili esiliati o condannati a morte; fu soltanto nei primi mesi del 1283 che le terre di Cheemon ritrovarono una parvenza di pace, sotto l’inflessibile occhio dei templari della Croce Nera.
Nelle cronache di Durn, si accenna al ritorno di Grindall a Kazad-Ungor, dalle cui forge, ricavato dal disco runico recuperato da Narth-Urn, sarebbe emerso il celebre scudo di pietra che i nani chiamano ancora Keledh-dran, unica speranza di vittoria per il suo portatore durante la decisiva battaglia contro Mourn il Nero.
Poco o nulla seppero i bardi di ciò che accadde ai Signori di Château d’Anglais, inghiottiti tra le nebbie delle Montagne dei Giganti mentre la guerra moltiplicava il numero dei cadaveri nella regione ad ogni alba ed ogni tramonto. Sembrava in quei giorni che solo una donna dai lunghi capelli rossi e dal viso segnato dalla malattia e dal veleno, riponesse assoluta fiducia nel ritorno di Falstaff. Quando Anselmo chiuse generosamente i suoi occhi, si convinse che lei vi avesse creduto davvero, fino all’ultimo respiro.
Dimenticata per poco ma non certo obliata, quando il Signore della Notte fece ritorno al suo atavico maniero e l’intera regione circostante divenne un luogo tetro di ombre e terrore, alcune voci si levarono nel ricordare il coraggio di quella Compagnia di eroi che aveva osato opporsi al risveglio del malvagio Nosferatu.
Sarebbe trascorsa più di una decade prima che un sacerdote dalle vesti lacere e dagli occhi velati di tristezza attraversasse la città di Aghijon, nascosto agli occhi del volgo dalle pietose tenebre. Quella stessa notte il non più giovane Vicario venne ordinato Cardinale, ascendendo i ranghi del clero della Croce Nera; egli aveva infatti abbracciato il terribile segreto del suo ordine, e con esso l’eterno dilemma che avrebbe lacerato la sua anima per sempre.