Il maniero di Noisser

Pochi conoscono le antiche usanze del casato Dulamont, che nessuno dei loro discendenti oserebbe confermare ad alta voce. Tuttavia in tempi remoti, questa nobile casa si macchiò di atroci delitti ed i suoi figli danzarono nudi sotto lo sguardo di un’impietosa luna sanguigna. I più audaci sussurrano che l’origine di questa follia era da attribuirsi ad un misterioso sudario che l’anziano Barone aveva trafugato da chissà dove e nascosto nelle più inaccessibili profondità della sua avita dimora.

Il giorno successivo, la Compagnia aveva intenzione di recarsi al maniero, per investigare su quanto aveva appreso la sera precedente all’accampamento dei briganti. Tuttavia, due armigeri piombati nella locanda, percossero ripetutamente Falstaff senza apparente ragione, come in preda all’ottundimento di una sbronza. Quando i compagni di Falstaff giunsero sulla scena non poterono far altro che medicare le ferite del proprio compagno.

Sempre più perplessi per gli accadimenti, gli avventurieri risalirono il tortuoso selciato sino al castello che dominava Noisser. Presentandosi come Cavalieri del Re, vennero introdotti nel maschio quadrato dal capitano delle guardie, Mathias, che li condusse al desco del barone. Nonostante le convenevoli cordialità iniziali, le risposte del nobile nato non soddisfecero la sete di verità degli avventurieri, e Narth, sperando in una reazione rivelatrice del barone, strappò di proposito il vessillo che ritraeva un emblema leggermente modificato del casato dei Dulamont. Il gesto però, non ebbe altro esito che suscitare le ire del signore del maniero, che cacciò in malo modo gli avventurieri dalla sala.

Mentre la Compagnia veniva condotta verso l’uscita, Adam intravide una buona opportunità per ottenere qualche informazione aggiuntiva, e ricorrendo alla sua magia, avvinse una delle guardie in un sonno stregato. Mathias però, si rivelò un avversario più che in grado di tenere testa agli esperti avventurieri. Sottovalutando l’abilità del capitano delle guardie, Adam cercò di rendere invisibile una delle donne del villaggio, un gesto che quasi costò la vita al bardo quando la spada runica del veterano colpì con mortale precisione la sua giugulare.

Nel trambusto che ne seguì, Theodor riuscì a invocare tutto il potere delle arti curatrici di cui disponeva per arginare la spaventosa ferita, e salvare la vita del bardo morente. Tuttavia ogni possibilità di ricucire lo strappo con il barone sembrava perduta, e gli avventurieri furono costretti ad allontanarsi dal maniero. Narth, ai cui occhi non erano sfuggite le rune naniche che risplendevano sulla lama del capitano delle guardie, si convinse che vi sarebbe stato molto da scoprire nel passato di Mathias, qualora si fosse presentato il momento opportuno.

Ritornati nella locanda, gli avventurieri discussero a lungo intorno al camino sulla bizzarra situazione nella quale si erano venuti a trovare. Decisero di comune accordo di concedersi una notte di tranquillità prima di intraprendere ulteriori azioni; tuttavia, il destino aveva ben altro in serbo per loro, e quella notte nessuno di essi avrebbe goduto di alcun riposo.