Erano trascorse quasi tre decadi da quando Worth aveva preso possesso di Alekhin, spodestando il suo predecessore dallo scranno della Torre Arcana ed estendendo la sua volontà su tutti i collegi degli stregoni della cittadella. Tuttavia, anche a così grande distanza di tempo, le voci sugli intrighi che aveva sapientemente tessuto per impadronirsi del potere non si erano dissipate, ed erano in molti a ritenere Worth un uomo astuto e crudele, capace di scendere a qualsiasi compromesso pur di raggiungere i propri fini.
Incontrare i suoi vecchi compagni nelle tortuose strade di Alekhin proprio alla vigilia del compito più importante che gli era stato assegnato dal Signore di Istmaar mise Kadmos in lieve agitazione. Qualcosa nella sua anima lo avvertì che una coincidenza così bizzarra non poteva che essere foriera di immani sventure: mai la sua intuizione fu più vicina a verità.
Tuttavia l’epilogo disastroso non ebbe luogo, come aveva immaginato, nelle sale del Magister, dove Andrey, che da tempo svolgeva le mansioni di ciambellano della Torre, si era abilmente intrufolato. Il Magister non obiettò nulla né alla presenza, né alle domande poste dai suoi compagni di viaggio, ma pretese un insolito servigio in cambio della richiesta d’aiuto del signore di Istmaar.
Kadmos intuì che eseguire il desiderio del Magister lo avrebbe inevitabilmente portato a viaggiare a fianco dei suoi vecchi compagni, e il suo cuore tremò; tuttavia a quell’epoca egli non poteva nemmeno immaginare quali incredibili prove lo avrebbero atteso oltre il Cancello degli Uccisi.