Durante la marcia forzata verso la Gola del Terrore, i soldati che si erano raccolti sotto lo stendardo di Elegh vennero aggrediti quasi ogni notte dalle creature delle tenebre. Coloro che erano troppo feriti per procedere, vennero lasciati tra i ruderi di Kaltegar, che offrivano già allora una ben misera difesa. Si racconta che ai sacerdoti venne richiesto di celebrare i riti di passaggio per coloro che, ancora in vita, sarebbero rimasti indietro: perché le speranze che essi potessero sopravvivere erano quasi nulle, affidate unicamente alla provvidenza e all’incrollabile caparbia di un irsuto nano.
Gli avventurieri avevano appena finito di pranzare intorno al fuoco da campo quando giunse loro la notizia della cattura di un disertore che corrispondeva alla descrizione dell’uomo che avevano cercato durante tutta la mattinata. Ansiosi di interrogarlo, Kadmos e Dakkar si diressero verso il luogo in cui si trovava il prigioniero, mentre gli altri membri della compagnia vennero attratti dall’insolito arrivo di una carrozza, un mezzo alquanto inadatto e certamente bizzarro per viaggiare nelle terre selvagge.
Mentre Dakkar e Kadmos interrogavano brutalmente il prigioniero che rispondeva al nome di Barge, Chandra, Xirtam, Andrey e Isaac facevano la loro conoscenza con Jean Ankaster, l’altezzoso rampollo di uno dei casati più influenti di Istmaar, che non perse occasione per mostrare la sua reticenza nel parlare con quelli che riteneva comuni servi o villani. Mentre il nobile nato stava per dirigersi verso uno dei più grandi padiglioni, non sfuggì all’udito attento degli avventurieri che egli intendeva incaricare il suo capitano della guardia, Patrick, di un’urgente missione. Di comune accordo, gli avventurieri attesero che Patrick emergesse dalla tenda per rivolgergli alcune domande. Gli eventi però avrebbero preso una piega inaspettata di lì a poco, e mentre Chandra, Xirtam, Isaac e Andrey seguivano Patrick, un uomo della guardia di Logan avvertì la sciamana di una visita ai cancelli della fortezza di Kaltegar. Intuendo che poteva trattarsi dei selvaggi, Chandra si risolse nel seguire la sentinella, posticipando un eventuale confronto con il capitano della guardia degli Ankaster.
Non senza sorpresa gli avventurieri incontrarono ai cancelli della fortezza Dreela, il cui messaggio era così urgente da spingerla, per la prima volta, sulla soglia di un accampamento civilizzato. Gli occhi della sciamana, il cui colore di un blu intenso rivelava l’uso delle droghe naturali della foresta di Yrglis, chiese di conferire con Chandra in un luogo sicuro e forse avventatamente la sciamana ritenne opportuno invitare Dreela all’interno della fortezza: questa scelta invero si rivelò fonte di molti guai.
Seguiti dagli sguardi curiosi dei soldati, affascinati e respinti dall’insolito abbigliamento di Dreela e dal suo inquietante sguardo, gli avventurieri raggiunsero un luogo riparato da una delle mura ancora salde della fortezza. Tuttavia poco prima che Dreela potesse riferire il suo messaggio, il nobile di Ankaster fece sentire la sua squillante voce, pretendendo non senza arroganza che la giovane fosse sua ospite, e che lo seguisse immediatamente al proprio padiglione.
Dreela sembrava cosciente del pericolo nell’opporsi: sapeva bene che non vi era alcun raziocinio che le fosse comprensibile nelle usanze dei popoli civilizzati. Attese quindi che Chandra fosse d’accordo prima di seguire Jean, una decisione che certo la sciamana non prese volentieri. Sebbene fosse più che certa che l’interesse del nobile di Ankaster non fosse da ricercarsi al semplice aspetto di Dreela, il suo accanimento rivelava qualcosa di più di un semplice capriccio. Jean Ankaster era arrivato a minacciare di morte Dakkar e Kadmos, e il suo sguardo aveva assunto per un istante una lucidità crudele che Chandra non avrebbe mai pensato possibile su quel volto effeminato. L’intervento di Logan Thaern mise fine alla disputa, ed egli riportò l’attenzione degli avventurieri sulla necessità di mantenere salde le alleanze tra i signori di Istmaar: il regno dello Shaddastan, spezzato e in piena guerra civile sarebbe caduto sotto il tocco degli orchi, ma lo stesso destino non doveva accadere alla sua terra, non certo almeno a causa di una sconosciuta sciamana dei boschi. Tuttavia Logan non fece mistero del fatto che la sola presenza di Jean all’accampamento era un insulto indiretto verso il suo casato: ci sarebbe stato tempo e modo per regolare i conti con gli Ankaster, dopo aver respinto le creature delle tenebre.
Chandra tuttavia non voleva lasciare Dreela senza aiuto, e insieme ad i suoi compagni si recò alla tenda del nobile di Ankaster attendendo che ella venisse rilasciata: tuttavia, sembrava che Jean Ankaster avesse altri progetti, e la giovane sarebbe rimasta ospite nel suo accampamento sino al giorno successivo. Rassicurata dalle capacità difensive di Dreela, Chandra raggiunse i suoi compagni, che nel frattempo avevano recuperato uno degli oggetti del disertore, un anello il cui sigillo recava il simbolo degli Ankaster. Il prigioniero, requisito da Patrick nel primo pomeriggio, doveva essere interrogato, e sebbene Logan Thaern desiderasse evitare uno scontro aperto, la presenza del mago impostore era per lui fonte di grandi preoccupazioni, ed egli promise che si sarebbe occupato personalmente della faccenda.
La giornata volgeva al termine, e agli avventurieri non restava altro che allenarsi nel cortile delle armi. Nessuno si attendeva un attacco prima di due interi giorni, ma quella notte le difese della fortezza vennero inaspettatamente messe alla prova: non morti si levarono dalla terra intorno a Kaltegar marciando contro i suoi difensori. Gli avventurieri, che avevano già affrontato e vinto il terrore dei non morti sulle sabbie di Stygia, non ebbero esitazione nell’affrontarli, e la voce tonante di Kadmos e Dakkar ispirò gli uomini a combattere con precisa determinazione, respingendo quasi senza perdite gli abomini, travolti da una carica impetuosa seguita da una serrata tattica difensiva.
L’aggressione dei non morti, così inattesa, aggiungeva un ulteriore inquietante elemento alle confuse percezioni di Chandra. Gli avvertimenti che Dreela era riuscita a sussurrarle prima dell’intervento del nobile di Ankaster contribuirono a tenere sveglia la sciamana sino a quando le stelle non brillarono intense nel firmamento.