Il Flagello di Remkha

Si narra che durante la battaglia alla Gola del Terrore, il Re d’Oro di Remkha, sotto il consiglio dai suoi oligarchi, accettò il generoso compenso dell’Imperatore e ritirò i suoi armigeri dal fronte meridionale, esponendo i suoi malvagi alleati alla cavalleria di Raon III, ansiosa di vendicare la disfatta di Narnen. Eppure, nessun tradimento viene lasciato impunito per sempre, e la città di Remkha avrebbe pagato molto amaramente la poco onorevole scelta del suo Signore.

Nonostante i disordini del distretto nobiliare, gli avventurieri erano riusciti a raggiungere facilmente la villa di Tholkad Beld. Tuttavia, parte delle abitazioni stavano bruciando, e nelle strade bande di sciacalli e assassini approfittavano della debolezza della milizia. Il distretto era nel caos, ma le strade erano innaturalmente deserte: forse la popolazione era già fuggita, o peggio.

Quando gli avventurieri giunsero alla villa di Tholkad Beld, capirono subito che erano arrivati troppo tardi: lampi e grida ovattate giungevano dall’interno. La battaglia contro il gran sacerdote di Seth era già cominciata.

Coraggiosamente Lucius penetrò all’interno, raggiungendo l’ampio salone nel quale aveva visto per la prima volta Tholkad Beld. Tuttavia, nell’oscurità della sala a stento rischiarata dalla luce di una torcia, non vi erano più ospiti imbellettati bensì un gruppo di agguerriti avventurieri, gli stessi che aveva intravisto al Cancello Orientale il giorno prima, attorniati da molti cadaveri. Essi fronteggiavano Arlan Edregh, e al termine di un breve scontro Lucius vide fiamme e morte ridurre in cenere tutto ciò che la sala conteneva, e fuggì terrorizzato.

Quando Marcus udì il racconto dell’halfling, esitò: non voleva fare la stessa fine degli avventurieri che lo avevano preceduto. Tuttavia dopo aver guardato i suoi compagni d’arme, si risolse ad affrontare il nemico una volta per tutte. Nessun negoziato, nessuna parola: gli avventurieri fecero irruzione nella sala caricando il sacerdote di Seth, sperando che fosse abbastanza indebolito per combattere; e nel timore che egli potesse scatenare la furia della sua blasfema divinità essi diedero fondo a tutte le loro risorse, colpendo Arlan Edregh con furia e determinazione, con acciaio e magia. Kaltan si arrampicò sulla balaustra e coraggiosamente si avventò su Caronte, sperando che la sua spada lo annientasse prima che potesse proferire i suoi mortali incantesimi.

Tuttavia, le risorse di Akethmét erano ben lungi dall’essere consumate, e Caronte, dopo aver scagliato Kaltan dalla balaustra nella sala sottostante, si apprestò a eliminare i nemici di Seth. Probabilmente sarebbe riuscito nel suo intento, se una mostruosa apparizione non avesse attirato la sua attenzione.

Dalle ombre della sala, prese forma e corpo una creatura spaventosa, emersa dal reame dell’incubo grazie al varco aperto dal potere di Akethmèt. Il demone, il cui corpo era mostruoso rivelava una forza innaturale, si scagliò verso i combattenti brandendo una lama infernale che brillava di rune diaboliche. Marcus indovinò correttamente che la mostruosità era giunta per proteggere Deeva, e Leetha rinvenne la giovane, caduta al suolo tra i tanti cadaveri della sala.

Marcus, Lytharius e Kaltan si fecero da parte ed jl demone investì Arlan Edregh con forza terrificante, scaraventandolo contro una delle pareti dell’ampia sala. Marcus si inginocchiò dietro l’ampio scudo, cercando freneticamente l’effige di Seth nel suo zaino. La creatura del Reame dell’Incubo si avventò su Arlan Edregh, ma prima che potesse sferrare il colpo mortale, Caronte spalancò le sue mani, utilizzando i suoi spaventosi poteri per fermare il demone, obbligandolo a mutarsi in una pesante sfera metallica.

Nel frattempo Lucius non era rimasto inattivo: arrampicatosi sulla balaustra aggredì Caronte alle spalle, mentre Doreah non lesinava accurate frecce all’indirizzo dello stregone. Tuttavia, il potere dello Stregone del Cerchio Nero non poteva essere sopraffatto. Egli avrebbe probabilmente distrutto l’halfling, ma la sua attenzione venne attratta altrove.

Lo spirito del Gran Sacerdote Akethmèt infatti stava abbandonando il corpo di Arlan Edregh, prossimo alla morte. Una nube biancastra, come vapore più pesante dell’aria, scivolò dalla bocca del nobile e si diresse verso la mano di Marcus, che fu lesto a liberarsi dell’effige di Seth. Leetha, intuendo che il momento era giunto, si precipitò al fianco del guerriero.

Eppure essi esitarono, nel timore che il Gran Sacerdote non fosse ancora prigioniero dell’effige o che potesse prendere il controllo di uno di loro. Caronte non si fece sfuggire il momento, e spalancò un varco dimensionale, scaraventandovi Lucius all’interno, e ghermendo l’effige di Seth dall’altro lato del varco. Ferito, bersagliato costantemente dalle accurate frecce di Doreah e dagli incantesimi di Aaran, lo stregone decise di porre fine a quella farsa, ma comprese che un altro incantesimo distruttivo avrebbe fatto a pezzi la volta della villa, e si voltò per guadagnare l’uscita. Gli avventurieri non erano disposti a lasciarsi sfuggire l’effige di Seth, e tutti eccetto Marcus e Leetha si lanciarono all’inseguimento.

Il Cerchio Nero aveva compiuto la sua missione, e la città di Remkha sarebbe caduta sotto il tocco delle creature della notte. Lieth fu molto sorpreso dal veder giungere Caronte da solo, mentre Veshna lo raggiunse e rimarginò tutte le ferite dello stregone in pochi attimi invocando il potere di Seth. Lieth non ebbe il tempo di domandare cosa fosse accaduto: un fulmine magico si abbatté sul Cerchio Nero, accompagnato dalla carica furiosa di Lucius e dalle frecce di Doreah e Kaltan.

Gli Stregoni del Cerchio Nero reagirono meccanicamente ad una minaccia della quale non conoscevano l’entità: Lieth accecò Doreah e Lucius, Veshna, rese invisibili tutti gli Stregoni, che all’unisono trattennero i loro incantesimi. Gli ordini di Caronte echeggiarono nelle loro menti, attraverso gli amuleti di Acheron, ed essi obbedirono disponendosi intorno all’ingresso della villa. Se gli avventurieri avessero cercato di rientrare, il Cerchio Nero li avrebbe distrutti.

Lieth stava ancora riflettendo sull’attacco subito, quando Aaran fece esplodere una sfera infuocata sul cancello: egli non poteva credere ai propri occhi, quell’apprendista mago pensava che il Cerchio Nero stesse fuggendo! Lieth era pronto a scatenare il potere della sua arcana stregoneria per obliare anche il ricordo di quegli sprovveduti aggressori, ma Caronte lo proibì, e soltanto allora egli si avvide che tra essi vi era una donna di rara bellezza dalla pella olivastra, e comprese che doveva essere Deeva, la regina destinata agli altari di Seth.

Il Cerchio Nero aveva altri compiti da svolgere a Remkha: gli stregoni si mossero silenziosamente verso la villa, lasciando gli avventurieri a combattere con il nulla, sino a quando Aaran, ricordando improvvisamente uno dei suoi incantesimi più bistrattati, confermò ai suoi compagni che i loro nemici erano fuggiti. La verità purtroppo non tardò a rivelarsi.

Gli Stregoni erano penetrati nuovamente nella villa, e avevano recuperato la sfera metallica. Per quanto fosse pesante, essi l’avevano in qualche modo sollevata e portata con sé, insieme all’effige di Seth. Quando gli avventurieri emersero dalla villa, le lingue di fiamme dell’incendio erano divampate nel quartiere orientale; essi non poterono fare a meno di chiedersi come fosse possibile che gli abitanti non intervenissero per far fronte alle fiamme.

Perplessa, Leetha alzò lo sguardo verso il cielo, e la spaventosa ombra che vide stagliarsi contro la luna le diede tutte le risposte che cercava.