Pochi anni dopo la nascita di Jor gen, gli dei di Ursathra benedissero il casato di Vaughen con un terzo figlio maschio, ma allo stesso tempo privarono i tre fratelli della loro madre, che si spense la notte stessa in cui aveva dato alla luce Norwin. Alcuni dicono che il cuore di Rorik perì insieme all’amata consorte e che nessuna gioia che l’intero regno era in grado di offrire avrebbe restituito il sorriso al volto austero del proprio sire.
Norwin crebbe all’ombra dei suoi fratelli maggiori, che lo considerarono per molto tempo un semplice fanciullo. Ragnar in particolare sembrò non accorgersi mai che gli anni avevano trasformato il suo piccolo Norwin in un uomo, i cui occhi grigi e pensierosi lo facevano somigliare sempre più all’anziano genitore.
Quando raggiunse l’età adeguata, Norwin venne addestrato all’uso delle armi come era già accaduto ai suoi fratelli. Il suo fisico non era possente come quello di Ragnar né agile come quello di Jor gen, ma la dedizione dei suoi fratelli diede la possibilità a Norwin di diventare un eccellente combattente; seguendo i suggerimenti di Jor gen, Norwin scelse armi e armature leggere per la battaglia, ma tenendo in mente i moniti di Ragnar fece realizzare per sé un’armatura di metallo da uno degli artigiani Nani di Thull, robusta e leggera al tempo stesso.
Norwin non aveva il talento naturale di Jor gen per il canto, ma si appassionò alla storia, ai racconti, alla poesia e alla letteratura grazie agli ospiti illustri che suo fratello aveva invitato alla corte; mentre Jor gen gli insegnava come conquistare una donna Ragnar gli mostrò come dominare il campo di battaglia attraverso la strategia militare. Sebbene Norwin avesse la strada già spianata dalle conquiste dei suoi fratelli maggiori, Rorik non gli risparmiò nessuna di quelle prove che un uomo di Ursathra doveva affrontare per poter conseguire la maturità.
Abituato ad ascoltare prima i pareri non sempre concordi dei suoi fratelli maggiori, Norwin ebbe il tempo di esercitare il proprio pensiero alla critica prima di esprimere la propria opinione, una caratteristica che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Norwin non parlava molto frequentemente e per questa ragione Jor gen lo ritenne per lungo tempo una persona semplice; tuttavia il secondo dei figli di Rorik ebbe modo di avvedersi, suo malgrado, che Norwin era tutt’altro che sprovveduto e si accorse con genuina sorpresa che un giorno egli avrebbe persino potuto insidiare il suo ascendente sulla corte di Draskìr.
In occasione di un affollato banchetto per celebrare le seconde nozze del generale Davon Fargan nel grande palazzo reale, Jor gen aveva per gioco indirizzato un derisorio commento su Norwin, quando accadde l’imprevedibile: Norwin replicò con brillante arguzia, parando con abilità ogni successiva battuta del sempre più incredulo fratello maggiore. Quel giorno il carisma e l’intelligenza di Jor gen non bastarono a farlo prevalere innanzi agli illustri ospiti che seguivano sempre più interessati la loro tenzone verbale, ed egli, poiché non era uno stupido, preferì suo malgrado concedere in fretta la vittoria al fratello minore, ripromettendosi in cuor suo di non ripetere mai più l’errore di non considerarlo un uomo.
Nell’ottobre del 1299 Rorik Vaughen riunì sotto il suo vessillo i migliori cavalieri del Regno per combattere Mourne il Nero, il grande drago che aveva incenerito il cuore della grande città di Glenthia. Egli dispose che Norwin svolgesse il ruolo di ambasciatore presso la città di Alekhin in sua assenza, un compito che avrebbe avviato il giovane principe ad un inatteso quanto incerto destino.