Il nome di Sakumbe è ben noto su tutta la costa orientale del Jeevra, e la sua immensa galera, Barracuda, ha solcato intrepidamente le correnti più impetuose che marinaio possa affrontare. L’audacia di questo uomo, nato alla foce dello Stige, è pari solo alla sua arroganza ed il suo temperamento ben si sposa con la professione che esercita ormai da molti anni: il commercio degli schiavi.
Considerato tra i più ricchi mercanti di Remkha, Sakumbe raramente si attarda tra i moli delle città con le quali commercia, sentendosi probabilmente più al sicuro in mare aperto. Coloro che hanno avuto l’onore di viaggiare come suoi ospiti, hanno potuto testimoniare che Sakumbe non è uomo che si faccia mancare le dovute comodità, e la sua cabina è zeppa di lussi e ori che raramente si trovano a bordo di un vascello mercantile.
Queste voci hanno alimentato le brame dei corsari di tutta la costa orientale, e la Barracuda è considerata una tra le prede più ambite tra le imbarcazioni che solcano le onde del grande mare. Per questa ragione Sakumbe ha assoldato i combattenti più letali che un commerciante possa permettersi, gli Immortali della Città di Rame, eunuchi addestrati sin da infanti all’arte della guerra, la cui lealtà è considerata persino superiore alla loro abilità marziale. Nonostante le costanti aggressioni, la tolda della Barracuda non è mai stata conquistata dai pirati corsari, e gli Immortali si sono rivelati all’altezza della loro macabra fama, annientando spietatamente qualsiasi nemico di Sakumbe.
Sakumbe ha recentemente ceduto ad una nuova tentazione, acquistando una nuova cavalcatura che evidenziasse il suo potere: un’imponente mostruosità alta due volte un uomo, dalla lunga proboscide e dalle zanne d’avorio, proveniente dalle ampie steppe dello Shaddastan. La vista del commerciante di schiavi che incede sul dorso di questo nuovo mostro ha spesso indotto i regnanti a trattare Sakumbe al pari dei principi, spalancando nuovi orizzonti per la sua insaziabile ambizione.