Alcuni sostengono che Gauthier, detto “il buono” discenda in parte dagli spietati Giganti e che nelle sue vene scorra lo stesso sangue di Ymir. Sebbene sia difficile appurare la veridicità di tali dicerie, forse messe in circolo da Gauthier stesso, è innegabile che l’aspetto di questo feroce predone suggerisca un qualche inusuale legame con la stirpe di Jotun.
Egli supera infatti di qualche palmo i due metri e mezzo di altezza e possiede una corporatura massiccia e robusta; la testa, poggiata su un collo taurino, è circondata da una folta capigliatura e da una lunga e disordinata barba scura, a stento trattenuta in ordine da pochi e sparuti anelli di metallo.
Eppure non è tanto la pur considerevole mole di Gauthier a rimanere impressa nella mente di coloro che vi hanno avuto a che fare, quanto la scaltra malizia che brilla nei suoi occhi neri come la pece e la potente e sguaiata risata che spesso accompagna le sue malefatte.
È opinione comune che l’appellativo di “buono” con il quale si fa chiamare sia solo un beffardo insulto a coloro che possono vedere con i propri occhi i risultati delle sue scellerate azioni; tuttavia, i gaglioffi della sua risma giurano che tale nomignolo è più che appropriato, soprattutto quando lo si paragona a suo fratello, Razàl “il bello”.
Nella prima decade del XIV secolo, le prodezze di Gauthier erano tristemente note nelle terre che circondavano l’antica capitale del Regno di Gulnor, ma quando le sue selvagge razzie gli fecero guadagnare una taglia troppo elevata per essere ignorata dai migliori cacciatori, egli preferì fuggire, nascondendosi all’ombra delle montagne dei Giganti e lasciando dietro di sé solo una sorda eco delle atrocità che aveva commesso.