Soltanto coloro i cui occhi possono posarsi sul Libro dei Rancori conoscono l’autentico motivo per il quale un giorno di mezza estate Dargo si lasciò alle spalle la sua vita all’ombra dei monti della Falce Rossa, per offrire, da quel momento in poi, la propria abilità ai giovani regni degli uomini.
Eppure la compagnia della gente alta raramente può soddisfare l’indole di chi guarda con sì tanta passione alle ricchezze nascoste sotto la terra, e così non passò molto tempo prima che Dargo si unisse alla brigata dei nani di Glair, ed insieme ai suoi pari realizzò alcune tra le opere più ingegnose e solide del suo tempo.
Sebbene Dargo mostrasse grande interesse per la lavorazione della pietra, come tutti i nani non disdegnava il rassicurante tepore della fucina, e le armi e armature forgiate dalle sue mani nulla avevano da invidiare a quelle plasmate dai migliori fabbri degli uomini.
Quando il secolo stava per volgere al termine, Glair riconobbe finalmente l’indiscussa abilità di Dargo, onorandolo del titolo di Mastro e di fatto riconoscendone l’autorità in materia di costruzioni; e sebbene il resto della brigata amasse lamentarsi dell’eccessiva pignoleria di quel nano taciturno, nessuno ne avrebbe volentieri fatto a meno, poiché Mastro Dargo svolgeva il suo compito con grande scrupolosità e precisione, ed i risultati erano sotto gli occhi di tutti.
Nei primi anni del nuovo secolo, Glair condusse la sua brigata presso il feudo di Lairenne e Mastro Dargo lo seguì, senza sospettare minimamente che la compagnia di minatori sarebbe sparita, per sempre, tra le fauci del maniero di Lord Raphael.