Imad Majid, nativo delle lontane terre d’Arabia, giunse meno che ventenne nel Vecchio Mondo in compagnia degli aggressivi topi di sentina delle caravelle mercantili di Sartosa. Alterne vicende costrinsero questo giovane combattente a mettere al servizio le proprie armi come mercenario, e la sua abilità nel combattimento con la scimitarra gli valse presto una fama temibile sul campo di battaglia.
Grazie al suo valore, alcuni anni più tardi Imad conquistò i gradi di capitano, riuscendo a ristabilire l’ordine nelle terre di confine occidentali del Regno di Gulnor, durante i disordini causati dall’apparizione di un mostruoso drago d’ottone, la cui testa adorna ancora oggi il Cancello della Regina di Gundobad.
Gunderbork XVI, allora sovrano di Gulnor, ricompensò generosamente il giovane e coraggioso capitano, affidandogli il titolo di Lord e alcuni possedimenti nelle marche occidentali, ai margini della palude di Angbad.
Ashraf Majid aveva solo dieci anni quando il Re Stregone ascese al potere, e seguendo gli insegnamenti del padre fu istruito a servire fedelmente la casata di Oss. Quando la Corona del Comando fu sottratta al Re Stregone, la tensione politica creatasi nel Regno esplose improvvisamente, e un nuovo Re della stirpe di Vultur fu incoronato ad Aghijon. L’inevitabile guerra infuriò per trenta lunghe estati, alternata da tregue instabili di pochi anni ma aggravata da epidemie, carestie e magri raccolti, ed Ashraf, legato dal suo giuramento, affidò alla protezione del Re Stregone i propri congiunti e trasformò la dimora del padre in una fortezza. Nell’ultimo ventennio della guerra, sfruttando l’infido terreno della palude, gli uomini di Ashraf tennero in scacco le truppe del Marchese di Lefevre in una logorante serie di scontri nei letali acquitrini che circondavano il suo feudo.
Tuttavia alcuni anni più tardi la tensione derivata dal prolungarsi del conflitto esplose entro le mura della stessa Gundobad, e nei disordini che ne seguirono l’anziano padre di Ashraf, Imad, e le sue cinque sorelle persero la vita. Il barone Majid, impazzito per il dolore, decise di uccidere il Re Stregone con le sue mani per aver lasciato morire i propri cari, e strinse un’accordo con il Marchese Lefevre, suo antico nemico, consentendo alle truppe con gli stendardi della Manticora di transitare nei propri territori ed unirsi all’esercito del Re di Vultur nella sua marcia verso Gundobad.
Al termine della guerra, il Marchese decise, seppur con molti ripensamenti, di accettare Ashraf come proprio vassallo, lasciando praticamente intatti i confini dei domini ereditati dal padre.