Nascosti agli occhi degli uomini, i druidi vivono in perfetta armonia con la natura, rispettandone gli equilibri e preservandone l’essenza. Quando un druido riesce a stabilire un contatto autentico con il mistero della vita, attrae inevitabilmente un compagno animale la cui esistenza è legata indissolubilmente alla propria. Talvolta però, il compagno animale incontra una prematura fine, e quei druidi che non riescono a superare il trauma della perdita, continuano ad essere legati al proprio compagno animale, avvertendone la presenza oltre il velo ed entrando attraverso esso in contatto con gli spiriti che abitano il mondo di Mai. Tale è la sorte degli Sciamani, e Dreela condivide questo destino.
Nonostante abbia osservato a lungo con curiosità gli insediamenti degli uomini civilizzati, Dreela non ne aveva mai varcato la soglia; le bizzarre usanze dei villaggi di frontiera le sembravano incomprensibili ed ella continuò per molto tempo a misurare i propri passi soltanto tra le terre selvagge che ben pochi segreti le nascondevano. La lungimiranza del suo ierofante tuttavia le permise di apprendere correttamente il comune, insieme ad altri utili avvertimenti sui bisogni e il modo di pensare degli altri uomini. A quel tempo però Dreela non riusciva a comprendere la ragione di quegli insegnamenti, che le sembravano superflui ed inutili: non vi era altro posto in cui ella desiderasse vivere che non la foresta selvaggia di Yrglis che le era stata destinata dal severo ordine dei druidi.
La morte del corvo reale che l’aveva scelta come compagna fu un evento che segnò per sempre la sua esistenza. Intrappolato nelle spaventose ragnatele dei ragni di Mekli, il corvo morì tra dolori atroci e Dreela, che si trovava troppo distante per soccorrerlo, sentì la propria anima lacerarsi come mai era accaduto prima.
Incapace di accettare la perdita subita, Dreela rinnegò la via druidica e divenne una sciamana, e i suoi occhi non si curarono più della natura che viveva intorno a lei, ma scrutarono sempre più spesso oltre il velo, nel mondo degli spiriti. Il suo ierofante comprese che Dreela non sarebbe tornata indietro, e tristemente lasciò che ella forgiasse il suo destino sul sentiero che aveva scelto; le visite del suo mentore si fecero sempre più rare, sino a cessare del tutto.
Alcuni mesi più tardi, Dreela si imbatté nella tribù dei Votli, nomadi e cacciatori discesi dalle montagne durante il gelido inverno. L’anziana della tribù, avvertendo i poteri sciamanici di Dreela, la designò come guida della sua gente, ma Dreela, che non desiderava unirsi ad alcun gruppo di umani, rifiutò energicamente la decisione dell’anziana capotribù. I Votli, smarriti da questo evento, decisero di permanere nella foresta di Yrglis sino a quando Dreela non avesse accettato di succedere all’anziana del villaggio.
Gli anni trascorsero, e alla morte dell’anziana capotribù Dreela ebbe compassione dei selvaggi, disperati per aver perso la propria guida e smarriti tra i pericoli della foresta di Yrglis. Ella dunque accettò di aiutarli a suo modo, e le sue visite all’insediamento si fecero più frequenti. Nonostante siano passati molti inverni, i Votli continuano a riverire Dreela come la propria capotribù, e i giovani selvaggi disputano competizioni pericolose per avere l’onore di scortarla ogni volta che lascia il suo rifugio. Con il tempo anche Dreela ha accettato di occuparsi dei selvaggi, sebbene abbia continuato a sfuggire alla loro amorevole sorveglianza ogni volta che lo desiderava, accompagnata soltanto dalla sinistra presenza dello spettro del corvo reale che mai l’aveva abbandonata.