Non sono molti a credere all’esistenza di Malek, ma coloro che lo hanno incontrato non hanno mai dimenticato il suo viso. Le storie misteriose, quasi leggendarie, che si intrecciano su questa sfuggente apparizione la descrivono come appartenente all’enigmatico ordine Druidico, ultima traccia della perduta religione dell’Antica Fede.
I racconti bisbigliati a tarda notte nelle taverne delle Terre di Confine ritraggono Malek in modo sempre diverso: feroce e spietato, malinconico e triste, gioviale e ospitale. Ognuna di esse nega ciò che viene detto dall’altra, ma di fronte a tanta varietà di versioni, gli storici non sono concordi nel dire se Malek sia esistito realmente, o se il suo nome sia stato di volta in volta attribuito dai viandanti ad eccentrici eremiti delle Terre di Confine.
Durante l’ultimo trentennio del 1200, molti tra viaggiatori del Valico delle Gargolle giurarono di aver visto Malek aggirarsi ai margini della Via dei Costruttori, per quanto in effetti nessuno di essi osasse mai spingersi a verificare da vicino l’identità del silenzioso viaggiatore. Nonostante nessuno avesse mai riportato di aver assistito ad un’aggressione da parte di Malek, alcuni viaggiatori isolati sparirono misteriosamente in quei giorni, e Malek venne spesso additato come uno dei principali responsabili di quelle sinistre scomparse.
Molto tempo più tardi, i dotti misero in discussione l’eventuale coinvolgimento di Malek negli accadimenti di quell’epoca, ed addossaro ad i Goblin e alle loro scorrerie la colpa per la scomparsa dei viandanti solitari. Nonostante questo, il nome di Malek rimase sempre avvolto da un’alone di mistero ed ancora oggi, nel timore di evocarlo, sono ben pochi viaggiatori che osano pronunciare il suo nome ad alta voce durante il proprio cammino.