Gelion Crownar

Lord Gelion Crownar è considerato uno tra i più longevi Signori di Luth Golein. A dispetto dei suoi sessanta inverni il suo braccio è più che capace di brandire una spada, e la sua voce tuona ancora forte nelle sale del grande maniero dei suoi avi.

Durante la guerra dei trent’anni Gelion prese parte al conflitto come araldo del suo casato, assumendo il comando dell’esercito di Guyenne. Affiancato dai più valorosi generali e dai veterani fedeli ai Crownar, Gelion trascorse quasi tutta la propria vita sui campi di battaglia, sviluppando un magistrale istinto nel prevedere le trappole tese dai suoi avversari.

Quando il padre morì, i suoi fratelli minori, che erano rimasti a Luth Golein più per viltà che per tutelare la salute dell’anziano genitore, tramarono contro di lui per impossessarsi del titolo, ma Gelion intuì il loro tradimento e dopo aver messo a nudo la congiura li condannò a morte senza pietà, uccidendoli con la propria spada. Da quel giorno, nessuno ha mai osato mettere in dubbio la legittimità del Signore di Luth Golein.

Nonostante gli eserciti di Guyenne riscossero molti successi, al termine della guerra il Re Stregone venne sconfitto e le sue armate disperse dopo la battaglia alle porte di Gundobad. Ferito gravemente, Gelion venne catturato e obbligato a giurare fedeltà al Marchese Lefevre, che a quel tempo era al seguito di Edouard III di Vultur, Sire del Trono di Alabastro.

Da quel momento il temperamento del Barone peggiorò drasticamente, e a farne le spese più di ogni altro fu Alcor, il suo secondogenito, che scelse di vivere una vita da avventuriero più che sopportare le continue angherie del vecchio padre, il quale aveva già destinato tutti i suoi possedimenti al primogenito.

Quindici anni più tardi, eventi che sfidavano ogni logica avrebbero posto Gelion innanzi ad una difficile scelta: l’ombra del Re Stregone era tornata ad avvolgere i confini di Gundobad, e quando l’erede di Oss pose sul proprio capo la Corona di Engul, Luth Golein venne chiamata a servire ancora una volta.