Sin dalla sua nascita Victor Meyer era certo che la sua vita gli riservasse molto di più che un campo da arare in uno sperduto villaggio alla periferia dei confini dell’immenso Impero. Forse fu la sua determinazione o l’innata avventatezza che lo spinse a fuggire dalla miseria dei servi della gleba, imbarcandosi come mozzo su una caravella di Zarix.
Durante il viaggio, l’imbarcazione fu preda del terribile galeone del capitano Low, un feroce pirata Laitiano divenuto rapidamente l’incubo delle città costiere durante la reggenza di Vulfolaic II. Il feroce pirata però decise che Victor Meyer era ancora troppo giovane per morire, soprattutto sino a quando i suoi servigi potevano benissimo essere impiegati sulla sua imbarcazione.
Fu così che Victor Meyer venne accolto dall’impietosa ciurma, nella quale crebbe educato tra il rum e le canzoni delle gesta dei pirati. Quando Low venne infine catturato, Victor Meyer, che nel frattempo era divenuto uomo, sfidò a duello il nostromo della ciurma, e ne uscì vittorioso, divenendo di fatto il nuovo capitano.
Purtroppo, dopo alcuni fortunosi saccheggi sulle coste Estalite, la sua ciurma cadde in una trappola tessuta dalla milizia di Dalantor; quando tutto sembrava perduto, sfruttando un insperato aiuto Victor Meyer riuscì a fuggire al cappio con un manipolo di fidati corsari.
Si racconta che per un certo tempo il piccolo gruppo, dopo aver valicato i confini Imperiali, si sia dato al brigantaggio. Non è ben chiaro cosa accadde in seguito, eppure la buona stella di Victor Meyer doveva brillare ancora, e da volgare ladro divenne un feroce cacciatore di taglie.
Da allora, la Compagnia della Luna Storta, che includeva alcuni dei suoi fedeli seguaci e compagni di saccheggio, portò a termine alcune tra le catture più improbabili e pericolose. Tuttavia, quando Victor Meyer decise di accettare l’incarico che lo avrebbe portato ad affrontare lo Spettro di Northgar, ignorava che quella cerca sarebbe stata anche l’ultima avventura per la sua Compagnia.