Il Sovrintendente Laris aveva prestato servizio a lungo per conto di Allister McCumhail, ma dopo gli incidenti occorsi alla Chiave del Drago, ritornò alla Corte Splendente di Eireann per qualche tempo. La sua abilità nel moltiplicare il denaro gli rese possibile ascendere tra i Cortigiani sino a guadagnare il titolo di Maestro del Conio, ma attirò su di lui l’invidia e l’ostilità dei suoi pari, e si racconta che proprio per questa ragione venne esiliato alla Fortezza Bianca, per mettere i suoi talenti al servizio di Angus McBride. Alcuni sostengono però che fu soltanto la sua insolenza e il suo pessimo carattere a fargli guadagnare quell’incarico così lontano dalla Corte Splendente. Quel che è certo, è che soltanto la Regina di Spine, l’anziana governante della Rocca, aveva il privilegio di parlare chiaramente con Laris senza mostrare alcun timore per le conseguenze delle sue parole.
La Corporazione dei Mercanti di Northgar era in grande agitazione quel giorno. Molte, insieme al suo giovane cugino, due attendenti e sei combattenti della milizia armati sino ai denti, si era diretto alla volta di Croisement, alla testa di due carri coperti che custodivano le sue preziose mercanzie; eppure, nonostante la forte scorta armata, i Goblin avevano aggredito il convoglio e ucciso tutti i suoi viaggiatori. Soltanto Molte era riuscito a salvarsi, fingendosi morto, fintanto che una pattuglia della Rocca non lo aveva trovato, tremante ed esausto, mentre cercava di risalire la Via dei Costruttori.
Passando innanzi alla torma riunita alle porte della Corporazione dei Mercanti, Theodor e Falstaff riconobbero il vecchio Valenko, le cui parole confermarono il clima di tensione che si era venuto a creare alla notizia dell’aggressione. Se nemmeno con una scorta armata era possibile percorrere la Via dei Costruttori, come sarebbe stato possibile occuparsi dei commerci, già resi scarsi dalla chiusura del Valico? L’intera Corporazione era in subbuglio, ed una delegazione sarebbe stata inviata per conferire con il Castellano stesso o con il suo Maestro del Conio, il Sovrintendente Laris.
Nonostante le notizie sembrassero inquietanti, i passi di Theodor si mossero in direzione della Torre dello Scrivano, mentre il suo cuore sentiva di dover mettere in guardia Malachia del sinistro pericolo che lo minacciava. L’anziano sapiente riuscì a dominare lo sgomento e promise di tenere segreta la notizia sino a quando non avesse avuto occasione di conferire direttamente con il Castellano.
Al Cancello Meridionale, il gruppo si arricchì di altri due membri quando Padre Friederich e il giovanissimo e pingue Gaston si unirono alla spedizione nell’Alto Valico. Anche Funes aveva messo il proprio arco e le sue abilità al servizio degli avventurieri, pur di avere l’occasione di esplorare i dintorni della regione in quei giorni tetri.
Sotto la guida di Falstaff, la compagnia riprese ad esplorare il Valico delle Gargolle, alla ricerca delle elusive tracce dei Goblin. Il primo giorno di ricerche fu però infruttuoso, e soltanto le vivande messe a disposizione dal generoso zaino di Gaston resero l’accampamento meno misero.
Il giorno successivo Falstaff trovò finalmente delle tracce fresche, e seguendole per un tortuoso cammino condusse il gruppo sino ad una rozza torre d’avvistamento, nascosta quasi del tutto agli sguardi dai grossi macigni circostanti. Falstaff era certo che i Goblin utilizzassero regolarmente quel luogo, per spiare la vallata sottostante.
A causa dell’imminente tenebra, la compagnia decise di cercare un luogo nel quale accamparsi. Tuttavia, nere creature scivolarono nella notte, circondando l’accampamento. Soltanto la vigile veglia di Falstaff e Funes impedì ai Goblin di tagliare le gole dell’intera compagnia nel sonno, e quando le creature delle tenebre lanciarono la loro sfida, tutti erano pronti alla battaglia.
Lo scontro che ne seguì fu cruento e feroce. Theodor e Falstaff furono costretti a combattere con il coltello, mentre Crovont dopo aver scatenato il potere della stregoneria contro i Goblin, cadde al suolo a causa di una larga ferita al costato. Funes nella foga della battaglia scagliò contro gli assalitori le stesse frecce con le quali avevano tentato di trafiggerlo, mentre la scure di Narth continuava ad esigere un pesante tributo di sangue dalle malvagie creature dagli occhi rossi. Persino Padre Friederich fu costretto a difendersi nella tenebra con il suo bastone, mentre Gaston, miracolosamente incolume ma raggomitolato sotto la pelle d’orso, non aveva potuto fare a meno di profumare copiosamente il retro dei suoi pantaloni di pelle di capra.
Al termine dello scontro i pochi Goblin superstiti fuggirono, urlando ringhi e minacce nella loro terribile lingua nera. Funes avvertì i compagni di non fermarsi a riposare: i Goblin sarebbero presto tornati, forse in numero maggiore di quelli che erano stati uccisi. Così la compagnia costrinse i propri passi indietro, stringendo i denti per le ferite subite. Ma l’incursione al valico non aveva guadagnato loro soltanto nuove cicatrici: la magia di Crovont aveva inchiodato in un sonno stregato uno dei Goblin, diventato adesso un prezioso prigioniero dal quale cavar fuori tutte le informazioni necessarie a fare luce sulle misteriose aggressioni.
Il giorno successivo, al termine di una lunghissima marcia, non avventurieri varcarono le porte del Cancello Meridionale, ma eroi. Temprati dalla sanguinosa battaglia, gli sguardi della Compagnia apparivano ora risoluti e decisi, e nessuno avrebbe potuto dubitare che quell’accozzaglia di cenciosi male equipaggiati e dalle vesti lacere aveva sostenuto e vinto tra i ghiacci del valico un decisivo confronto con gli odiati Goblin. Agli occhi di molti apparve chiaro che una significativa vendetta era stata infine compiuta, una vendetta che aveva riscattato le recenti uccisioni inflitte dalle nere creature del Valico alle genti delle Terre di Confine.
Bonus track: la compagnia entra vittoriosa a Northgar!