Personaggi – Ombre su Northgar

  • Calisto

    Le origini di Calisto non sono note, in quanto i Maghi-Veste non amano lasciare traccia di coloro che hanno tradito l’ordine. Il nome suggerisce che lo stregone avesse origini Laitiane, ma le supposizioni non sono mai state confermate da anima vivente.

    Nel 1272 secondo il Calendario Imperiale, Calisto venne condannato a morte dalle Torri di Magia di Aghijon. Certamente egli si macchiò di tradimento, ma ogni dettaglio è stato nascosto alla vista degli stessi adepti delle Torri di Magia, e la verità completa è nota soltanto ai grandi Maestri della Stregoneria.

    Alcuni sostengono che Calisto stesse tentando di utilizzare la magia per convocare oscure forze e piegarle al suo dominio per elevarsi al di sopra dei Maestri dell’Arte. Altri sussurrano che egli avesse iniziato ad istruire nella stregoneria adepti non ancora accolti nelle Torri di Magia, dando vita ad una confraternita che avrebbe obbedito soltanto alla sua parola.

    Qualunque sia la ragione, Calisto fu costretto a fuggire, e divenne una Veste Grigia. Qualsiasi Mago-Veste avrebbe potuto ucciderlo con qualsiasi mezzo, e impossessarsi dei suoi averi e del suo grimorio. Una taglia, spesso superiore alle 50 Corone d’oro, fu posta sulla testa di Calisto da borgomastri o signorotti locali, ansiosi di scoraggiare la Veste Grigia ad aggirarsi tra le proprie terre.

    Le ultime tracce lasciate da Calisto indicavano la via verso Occidente, al riparo delle lunghe ombre delle Montagne dei Giganti. Braccato dall’Ordine dei Maghi Veste, il destino di Calisto era segnato, ed era timore comune che le ultime disperate azioni dello Stregone potessero condurre ad un tragico epilogo la vita di molti.

  • Delivrer

    Delivrer naque da una famiglia di umili origini, nel piccolo borgo di Montlac, intorno all’anno 970 del Calendario Imperiale. Il suo nome divenne improvvisamente celebre undici anni più tardi, quando la giovane, mentre prestava servizio come serva al seguito di una delle nobildonne del Duca di Rouen, salvò da morte certa il figlio dello stesso Duca, Jean, caduto nelle acque di Lago Grigio.

    Chi assistette all’evento giurò che Delivrer avesse raggiunto il rampollo del Duca camminando sulle acque del lago, e quindi la giovane venne condotta al Tempio di Libra, dove scettici sacerdoti misero alla prova Delivrer ed i suoi misteriosi talenti. Da qui in poi, la leggenda assume tinte romanzate, e le ordalie a cui fu sottoposta la piccola variano a seconda che la storia venga raccontata nelle taverne di Alba o nei salotti della Corte Splendente. Quel che è certo è che infine Delivrer fu accolta nel tempio di Libra.

    Trascorsero alcuni anni prima che Delivrer, ormai donna, lasciasse il tempio sul dorso di un cavallo che tutte le leggende vogliono bianco. Sul suo stendardo, il simbolo dello scudo inciso con l’emblema della Dea della Giustizia avrebbe dato vita al nome che sarebbe stato tramandato alla Storia.

    Molti torti e ingiustizie vennero raddrizzati da Delivrer durante i suoi lunghi viaggi, e ben presto persino le sue armi, Martirio e Sacrificio, ottennero un posto nelle canzoni e nelle ballate dei menestrelli.

    La storia vuole che negli ultimi anni del millennio ella varcasse il Cancello della Fortezza Bianca, ove distrusse lo Spettro di Northgar. Lo stesso anno, o forse uno più tardi, una spaventosa orda di Goblin discese dall’Alto Valico per distruggere e incendiare le Terre di Confine. Delivrer assunse il comando della difesa di Northgar, e insieme ai soldati oppose una tenace resistenza alla schiumante marea di abiette creature del Valico delle Gargolle.

    Il tempo guadagnato da Delivrer, consentì al Duca di Rouen di riunire un numero di spade sufficienti da mandare in rotta l’orda dei Goblin nella battaglia di Troquer, ma quando infine Jean giunse a Northgar il suo dolore fu grande, ed egli comprese che non sarebbe mai più stato in grado di restituire il generoso gesto che in gioventù aveva salvato la sua vita dalle torbide acque del Lago Grigio. Tra la caligine sollevata dagli incendi, tutto ciò che restava nella Fortezza Bianca erano i corpi straziati dei soldati che avevano sacrificato la propria vita, e Delivrer stessa giaceva nel Distretto del Castellano, dove si era svolta l’ultima disperata resistenza dei difensori di Northgar.

    Molte canzoni sono state composte sull’ultima danza di Martirio e Sacrificio, nonostante nessuno abbia mai assistito all’ultima battaglia dello Scudo di Libra. Delivrer stessa venne sepolta nella Cappella della Memoria di Northgar, dove ancora è possibile onorare le reliquie della paladina e le antiche vestigia di guerra che recava con se nel momento della sua morte.

  • Edgard Weiss

    La nascita di Edgard Weiss avvenne in circostanze insolite: la sua allora giovane e nobile madre era ancora sulla via del ritorno per Rouen quando dovette affrontare il prematuro parto. Alcuni hanno citato spesso questo singolare evento per giustificare il carattere avventuroso e l’amore per i viaggi che si manifestarono subito in Edgard durante la sua giovinezza.

    Nonostante le preoccupazioni della madre, il padre di Edgard, che desiderava conoscere quanti più dettagli era possibile di ciò che accadeva nelle sue terre e in quelle confinanti, vedeva di buon occhio l’attitudine del figlio, pensando che sarebbe stato un ottimo ambasciatore per la casata di Weiss, e un valido aiuto per Louis, il suo primogenito.

    Tuttavia all’età di vent’anni, mentre era in visita nella lontana fortezza di Cabeza del Norte, la vita di Edgard cambiò improvvisamente. Dell’intenso carteggio con il padre rimangono ancora parecchie lettere, chiuse nei forzieri della casata di Weiss, che raccontano minuziosamente gli eventi che trattennero tanto a lungo il giovane viaggiatore nelle terre d’Estalia, e l’incontro con R’yel, il tenebroso Stregone della Torre dell’Elefante; soltanto quando la sorella minore, Isabeau, prese marito, Edgard varcò nuovamente i confini di Cheemon. I capelli del giovane si erano fatti grigi con il passare degli anni, ma egli non portava su di se solo i segni dell’incessante scorrere del tempo: nelle terre d’Estalia il viaggiatore si era mutato in Stregone.

    Dopo la cerimonia nunziale, Edgard venne invitato ufficialmente da Angus McBride, marito di Isabeau e Castellano di Northgar, a prestare i suoi servigi alla Fortezza Bianca, in qualità di suo consigliere. Edgard, la cui salute si era fatta più fragile con l’età, accettò di buon grado l’offerta, e ricoprì con onore la carica che gli era stata affidata per i lunghi anni a venire.

  • Elene

    Più attratti dal viso e dai suoi morbidi fianchi, sono ben pochi coloro i quali si sono interessati al passato di questa giovane e bella ragazza dai capelli rossi, vissuta per lunghi anni tra le umili vie di Luth Golein. Certamente sono un numero ancora minore coloro i quali hanno mai sospettato della sua appartenenza alla tetra Gilda degli Assassini.

    Considerate le sue origini, alcuni ritengono che la giovane, forse prima del suo ottavo anno di età, avesse svolto complicate missioni per conto di Jorge Maria Ibanez Unamuno, che aveva imposto il suo impalpabile dominio criminale sulla città di Luth Golein.

    Al termine della sanguinosa guerra tra le corone di Cheemon e Gulnor, Elene, seppure non ancora tredicenne, venne inviata come spia al seguito del Duca di Rouen, e nonostante la pericolosità della missione riuscì ad impossessarsi di preziose informazioni belliche e sopravvivere, dimostrando un talento che poche spie potevano vantarsi di avere.

    La notorietà però mal si accompagna a chi fa del sotterfugio e della segretezza le sue migliori armi, e forse per questo, quando il seducente viso di Elene divenne ricercato dalle più feroci autorità del decadente Regno di Gulnor, la giovane decise di abbandonare quelle terre. E’ difficile congetturare in quali occasioni ella incontrò Ernst Weber, anche se la fama dell’Assassino Imperiale rende plausibile immaginare che fu lui a trovarla, e non il contrario.

    Alcuni affermano con certezza, che verso il tramonto del 1274, Elene svolse un ruolo determinante nella Congiura di Northgar prima di scomparire nuovamente nelle ombre.

  • Ernst Weber

    Ernst Weber è probabilmente uno tra gli uomini più potenti dell’Impero, secondo soltanto a Frater Alteo o allo stesso Imperatore; eppure sono pochi coloro i quali conoscono il volto del silenzioso Assassino di Corte: la segretezza e il sotterfugio sono le armi più efficaci di questa consumata spia, temuta sia dai nemici che dagli alleati della Corona Imperiale.

    Si vocifera che Ernst Weber viaggi sempre sotto mentite spoglie e che i suoi travestimenti varino all’occorrenza da uno scriba itinerante ad un cencioso rigattiere, da una vecchia nobildonna ad un monaco erudito. Se si vuole dare credito alle versioni romanzate dei bardi, la sua mano è responsabile di aver alterato innumerevoli volte il corso della Storia stessa, volgendola a favore del Trono di Spade. In questi racconti, Ernst Weber appare sempre come un uomo privo di scrupoli, interessato unicamente al completamento della sua missione e allo splendore della casata Imperiale.

    Due generazioni di Imperatori non hanno avuto alcuna difficoltà a sconfessare pubblicamente il coinvolgimento della Corona nei torbidi avvenimenti dei quali era accusato Ernst Weber, in quanto l’Assassino di Corte non ha mai lasciato una traccia evidente del suo passaggio, o del suo operato. Nonostante i molti sospetti, le azioni di Ernst Weber riescono ad essere tanto invisibili quanto incisivi sono i risultati che ne conseguono.

    Persino all’interno del palazzo imperiale quasi nessuno conosce sotto quali panni si celi Ernst Weber, se viva tra i cortigiani o tra la servitù. Per questa ragione, non è raro che ci si riferisca a questo temibile assassino con il soprannome di “uomo dai mille volti”: Ernst Weber è tutti, e nessuno, allo stesso tempo.

  • Etienne de Syonn

    Come per la maggior parte dei maghi-veste, sono pochi coloro che potrebbero raccontare la storia di Etinne che precede i lunghi anni trascorsi nella Torre di Magia di Aghijon. Gli anziani del borgo di Syonn che hanno memoria del giovane accennano soltanto ad una triste storia, che preferiscono non raccontare.

    Durante la guerra dei trenta anni, combattuta tra le corone di Cheemon e Gulnor, le strade di Aghijon divennero improvvisamente poco sicure per tutti gli adepti di magia, ed Etienne venne inviato come molti altri verso il Regno di Erin, dove la fama dei maghi-veste non era ancora macchiata da nessun tragico evento.

    Durante i suoi viaggi, Goessen di Galet richiese i servigi della veste rossa in qualità di consigliere, e per lunghi anni i due viaggiarono insieme alla compagnia del robusto nano Gurthang di Larazabal. Nonostante il nano e il mago-veste si detestassero a vicenda, i lunghi viaggi forgiarono tra loro una durevole amicizia, ed entrambi sono spesso citati nei racconti romanzati delle improbabili imprese del Barone di Galet.

    Come per tutti gli appartenenti all’ordine dei maghi-veste rossa, l’apparizione di Etienne non è mai accolta con calore, in quanto è ben nota l’affinità di questo ordine con l’elemento del fuoco e della distruzione, e non capita raramente che l’ospitalità offerta a causa della sua posizione sia unita alla richiesta di allontanarsi il più rapidamente possibile.

    Durante la fine del 1274 Etienne de Syonn attraversò nuovamente i confini di Cheemon, attratto probabilmente dalla notizia della presenza di Calisto nella regione del Valico delle Gargolle.

  • Frey

    Frey nacque nella grande città di Eireann, chiamata talvolta Everbridge dagli abitanti di Erin. Di famiglia nobile, il padre era intenzionato inizialmente a darla in sposa ad una delle influenti e antiche casate della capitale, ma la giovane, che aveva ereditato dalla madre un carattere forte e deciso, era di tutt’altro parere.

    Quando la Dea della Giustizia la chiamò a se, Frey eseguì il suo volere, mandando in frantumi i sogni del padre; a nulla valsero le preghiere e le minacce, e così quando la sorella di Frey venne al mondo, il padre fece valere un cavillo che gli permetteva di concentrare sulla figlia minore il patrimonio del suo casato. Pur continuando a riconoscere Frey come primogenita, essa fu a tutti gli effetti diseredata.

    La giovane non se ne preoccupava, nonostante l’atteggiamento di chi le stava intorno, all’esterno e all’interno del tempio di Libra, cambiò radicalmente da quel momento in poi.

    Priva del prestigio del suo nobile casato, Frey seguì i duri addestramenti del Tempio senza che le venisse riservato alcun riguardo particolare, e forse fu proprio grazie al rigore a cui fu sottoposta che dopo svariati anni ottenne la consacrazione all’Ordine dei Paladini di Libra.

    Come tutti i Paladini, ella venne esortata ad iniziare un lungo peregrinaggio, durante il quale avrebbe dimostrato di onorare la Dea con la forza delle proprie azioni, sottoponendo nel contempo la propria fede a tutte le prove che Libra avesse desiderato inviarle.

    Guidata dai sogni profetici della Dea della Giustizia, Frey varcò infine i cancelli di Northgar, seguendo senza saperlo lo stesso sentiero percorso oltre duecentocinquanta anni prima da Delivrer, lo Scudo di Libra.

  • Jojo

    Cresciuto nella periferia della città di Rouen, Jojo era il settimo di una famiglia troppo numerosa, e probabilmente per questo venne abbandonato all’età di sei anni tra i rifiuti dei marcescenti vicoli del porto fluviale della capitale del Ducato. Anche se il giovane non ha mai raccontato nulla del proprio passato, è probabile che in quella lontana occasione venne soccorso da coloro che sarebbero diventati i suoi più feroci carnefici, i silenziosi appartenenti alla Gilda del Loto Nero.

    Di aspetto comune se non fosse per gli occhi molto chiari, Jojo sembra in tutto e per tutto un comune ragazzo vissuto nelle campagne, dai modi goffamente gentili e dal temperamento volitivo. La sua apparentemente inesauribile energia e la volontà di aiutare il prossimo, unitamente all’umiltà che riesce a dimostrare con le proprie azioni, ben dispone l’animo dei suoi interlocutori, che in molte occasioni decidono di ricompensare la sua attitudine con generosità. Non è tutto oro ciò che brilla però, e mai frase si potrebbe applicare meglio a Jojo.

    Questa consumata maschera infatti gli permette spesso di passare per un individuo di poco conto, o comunque innocuo, rendendo i compiti di Jojo più semplici, e consentendogli l’accesso ad aree generalmente interdette a qualcuno del suo rango, o permettendogli di guadagnare informazioni aggiuntive utili per le sue missioni di spionaggio per conto della Gilda del Loto Nero a cui deve la sua fedeltà.

    Sono molto pochi a sapere che, negli ultimi mesi del 1274, Jojo svolse un ruolo incisivo nella Congiura di Northgar, forse al fianco del tristemente celebre Ernst Weber; tuttavia chi conosce bene Jojo afferma che se il giovane avesse potuto immaginare le ultime tragiche conseguenze di quel terribile tradimento, difficilmente avrebbe accettato il ruolo che gli era stato richiesto dai suoi sinistri mandanti.

  • Laris

    Laris ricevette il titolo di “Sir” alla nascita, in quanto primogenito del capostipite del casato di Kilwynn, al secolo uno dei più importanti borgomastri della città di Tezee. All’età di quattro anni era già in grado di distinguere le valute tra loro e ordinarle per valore, mentre ad otto si racconta che aiutasse il padre a compilare i voluminosi libri contabili che registravano il rendimento dei commerci della florente casata dei Kilwynn.

    Il ragazzino meticoloso e attento crebbe, sino a superare il padre nel talento dei commerci, e nell’abilità degli scambi. A Tezee si dice ancora “sei scaltro come Laris!” per indicare un individuo particolarmente abile nel vendere o acquistare le proprie mercanzie. Mentre gli anni passavano, Laris prese in moglie un’anziana vedova, dalla quale ereditò non soltanto terre e ricchezze che ingigantirono la sua già cospicua fortuna, ma soprattutto il titolo di Lord.

    La buona sorte però, come tutti sanno, non sosta mai troppo a lungo nello stesso luogo, o al fianco della stessa persona: nonostante tutte le precauzioni, un brutto giorno Laris fu vittima di una colossale truffa. Anche se il danno economico era stato modesto se paragonato alle ingenti risorse dei Kilwynn, l’orgoglio di Laris fu per sempre colpito da quell’evento, del quale si parla ancora tra le strade di Tezee. Alcuni sostengono che pur di non affrontare il suo vegliardo padre e il vilipendio degli altri borgomastri, Laris preferì lasciare i suoi possedimenti, e si incamminò verso il Regno di Gulnor, oltre il passo Akbar.

    La sua fama viaggiò più velocemente di lui, e raggiunta la fortezza della Chiave del Drago , Allister McCumhail richiese il suo consiglio come attendente. La sua abilità e il suo acume, gli valsero ben presto la nomina di Sovrintendente, carica che egli ricoprì per lunghi anni.

    Dopo l’incidente alla Chiave del Drago, Laris ritornò ad Eireann, dove servì per qualche tempo alla Corte Splendente. La sua abilità nel moltiplicare il denaro gli rese possibile ascendere tra i Cortigiani sino a guadagnare il titolo di Maestro del Conio, ma attirò su di lui l’invidia e l’ostilità dei suoi pari, e si racconta che proprio per questa ragione venne infine esiliato alla Fortezza Bianca, per mettere i suoi talenti al servizio di Angus McBride. Lingue malevoli sostengono però che fu soltanto la sua insolenza e il suo pessimo carattere a fargli guadagnare quell’incarico così lontano dalla Corte Splendente.

  • Malek

    Non sono molti a credere all’esistenza di Malek, ma coloro che lo hanno incontrato non hanno mai dimenticato il suo viso. Le storie misteriose, quasi leggendarie, che si intrecciano su questa sfuggente apparizione la descrivono come appartenente all’enigmatico ordine Druidico, ultima traccia della perduta religione dell’Antica Fede.

    I racconti bisbigliati a tarda notte nelle taverne delle Terre di Confine ritraggono Malek in modo sempre diverso: feroce e spietato, malinconico e triste, gioviale e ospitale. Ognuna di esse nega ciò che viene detto dall’altra, ma di fronte a tanta varietà di versioni, gli storici non sono concordi nel dire se Malek sia esistito realmente, o se il suo nome sia stato di volta in volta attribuito dai viandanti ad eccentrici eremiti delle Terre di Confine.

    Durante l’ultimo trentennio del 1200, molti tra viaggiatori del Valico delle Gargolle giurarono di aver visto Malek aggirarsi ai margini della Via dei Costruttori, per quanto in effetti nessuno di essi osasse mai spingersi a verificare da vicino l’identità del silenzioso viaggiatore. Nonostante nessuno avesse mai riportato di aver assistito ad un’aggressione da parte di Malek, alcuni viaggiatori isolati sparirono misteriosamente in quei giorni, e Malek venne spesso additato come uno dei principali responsabili di quelle sinistre scomparse.

    Molto tempo più tardi, i dotti misero in discussione l’eventuale coinvolgimento di Malek negli accadimenti di quell’epoca, ed addossaro ad i Goblin e alle loro scorrerie la colpa per la scomparsa dei viandanti solitari. Nonostante questo, il nome di Malek rimase sempre avvolto da un’alone di mistero ed ancora oggi, nel timore di evocarlo, sono ben pochi viaggiatori che osano pronunciare il suo nome ad alta voce durante il proprio cammino.

  • Mastro Troll

    Il vero nome di Mastro Troll è stato dimenticato dai più, e c’è chi maliziosamente insinua che lo stesso artigiano abbia dimenticato le sue origini. Eppure, nonostante non siano mai state composte ballate o canzoni su Mastro Troll, il suo soprannome è ben conosciuto dalle Gilde degli Artigiani, così come il suo emblema a lettere sovrapposte, inciso soltanto sulle migliori armi mai forgiate nelle Terre di Confine.

    Intorno al 1270, Mastro Troll giunse a Northgar una sera d’estate, al seguito di una delle tante spedizioni mercantili che transitavano il Valico delle Gargolle quando i ghiacci dell’Alto Valico si scioglievano abbastanza da rivelare l’antica Via dei Costruttori. Nonostante non fosse più giovane, la sua maestria nel forgiare i metalli era pari alla fama che lo accompagnava, e quando la notizia del suo arrivo si diffuse, il Castellano in persona ordinò che fosse approntata per lui una bottega d’armi, e che il suo nome fosse iscritto nel Registro del Soldo del Maestro del Conio.

    Alcuni hanno attribuito a questo evento la ragione dell’inimicizia che si manifestò subito tra il Sovrintendente della Rocca e il rinomato artigiano, ma i più saggi sostengono che il loro rancore reciproco avesse radici più profonde, e che essi si fossero già incontrati in passato. C’è chi dice invece che i due avessero semplicemente un carattere troppo diverso per andare d’accordo, e che i raffinati modi della Corte Splendente non potevano attirare la simpatia di un uomo vissuto da sempre tra l’incudine e la forgia.

    Qualunque fosse la ragione, Mastro Troll e il Sovrintendente Laris si rivolgevano raramente la parola, e le poche battute che si scambiavano erano sempre piccanti e poco gentili.

  • Sigurth Lothbrock

    Sigurth Lothbrock era nato nella Terra di Alba, oltre i confini settentrionali del Regno di Erin. Cresciuto tra i fieri corsari della Baia di Vaul, sostenne la sua prima battaglia sulla tolda di un Drakkar all’età di dodici anni, e da quel momento la sua vita fu legata al Mare Artigliato.

    Tra le storie delle taverne della Terra di Alba ancora oggi si racconta del Capitano Sigurth Lothbrock ed il suo temibile Drakkar, il Rostro di Vaul. Eppure non tutti questi racconti hanno un tema epico, e si dice che il Capitano amasse la compagnia, il vino e le ragazze dalla risata forte e sincera. Alcuni cantastorie sostengono che la sua lama facesse parte delle Nove che sfidarono Xian, il flagello di Drann, ma altrettante negano che egli prese parte a quell’impresa.

    Trascorsero circa quaranta inverni prima che del Rostro di Vaul si perdessero le tracce. All’epoca molti pensavano che Sigurth avesse spinto il suo Drakkar sino all’Orlo del Mondo, e ne fosse precipitato oltre. Ma la verità era ben diversa da queste fantasiose dicerie.

    Alcuni anni più tardi si venne infatti a sapere che Sigurth Lothbrock aveva accettato l’incarico di Capitano della Torre della Sentinella alla Rocca di Northgar, sepoltra tra i ghiacci delle Montagne dei Giganti. In molti tra gli abitanti della Terra di Alba stentarono a credere a questa notizia, e non si spiegarono come era possibile che quell’uomo dagli occhi del colore del mare avesse scelto di trascorrere i suoi ultimi anni lontano dalla canzone delle onde o dal lamento della risacca.

    Se vi era qualcuno che conosceva la verità la tenne per se, o la seppellì tra le profondità del Mare insieme al ricordo del Rostro di Vaul.

  • Valenko

    La fortuna non è stata molto generosa con questo mercante Estalita, costretto sin da giovane a viaggiare in condizioni tutt’altro che confortevoli per continuare ad esercitare la professione insegnatagli dal padre. Dopo svariati anni di sacrifici, Valenko riuscì a mettere da parte una piccola fortuna, ma sebbene avesse la possibilità di chiedere la mano di una nobildonna, preferì sposare una giovane locandaia tileana dal temperamento forte ed energico.

    Il matrimonio con Vanessa è il periodo che Valenko ricorda più volentieri, insieme alla nascita del piccolo Pedro, avvenuta poco meno di un anno dalle nozze. Purtroppo, la buona sorte non intendeva soffermarsi su Valenko, e circa tre anni dopo la violenta peste rossa del 1247 portò via con se sia la moglie che il piccolo infante.

    Rimasto sino alla fine al fianco della sua compagna, lo stesso Valenko contrasse il letale morbo, ma riuscì miracolosamente a sopravvivere, sebbene il suo corpo fu ricoperto da orribili piaghe che avrebbe portato per il resto della vita.

    Dopo la morte della sua famiglia, Valenko riuscì a trasferirsi a Sean-Dall Glick, dove ricominciò la sua attività acquistando, con quel che rimaneva dei suoi averi, una piccola bottega affacciata sul porto.

    Dopo numerosi sacrifici e alterne vicende, le cose sembravano mettersi nuovamente bene per il vecchio mercante Estalita, ma la precaria situazione politica del Regno di Cheemon, lo convinse a a lasciare la regione, e mettersi in viaggio verso la relativa sicurezza offerta dal Regno di Erin.