- Amàra
Amàra è una giovane donna che ha da poco superato il suo trentesimo inverno. Nata e cresciuta a Tullvéch, aveva circa dodici anni quando l’anziano sacerdote del borgo, Nestor il Vecchio, venne torturato e ucciso dallo spietato Razàl per ordine del crudele Signore di Lairenne.
Pochi anni più tardi, precisamente nel 1314, entrambi i genitori di Amàra vennero uccisi durante la strage compiuta innanzi al sagrato della Chiesa della Croce Nera ad opera dei due mezzo-giganti, che utilizzarono i cannoni del maniero per spezzare la rivolta che serpeggiava tra le strade di Tullvéch.
L’arrivo di Marchesa e dei cavalieri suoi congiunti, unitamente agli innegabili benefici che la baronessa ha recato alla vita delle povere genti del feudo, hanno ridato speranza ad Amàra, sebbene gli eventi traumatici della sua vita l’abbiano resa guardinga e sospettosa, pienamente consapevole di quanto squallore e profonda miseria la casta dei nobili è in grado di infliggere, senza preavviso alcuno, agli inermi abitanti del borgo.
- Cerolie
Cerolie è una ragazza di appena tredici anni, una delle tante orfane generate dallo scellerato lascito di Raphael, il decaduto Signore di Lairenne. Non avendo mai conosciuto i suoi genitori, Cerolie è stata cresciuta insieme a molti altri suoi coetanei tra i più stretti vicoli del borgo, sopravvivendo esclusivamente grazie alla generosità degli addolorati abitanti di Tullvéch.
Nel 1316, quando aveva appena sette anni, assistette all’ingresso del bianco destriero di Arthurius, che varcava con passo deciso le porte di Tullvéch, seguito a breve distanza dal venerabile Lorcas. Il fiero e compassionevole sguardo azzurro del paladino di Libra rimase profondamente impresso nella mente della giovane, tanto da costituire uno dei pochi ricordi indelebili di quegli anni disgraziati.
Sebbene le condizioni degli orfani del feudo siano profondamente cambiate dall’avvento della baronessa Marchesa, lo sguardo di Cerolie è spesso velato di tristezza, infelice emblema di un’infanzia trascinata sotto il giogo del folle Signore di Lairenne.
- Davian
Davian è un uomo di mezza età, dalla corporatura agile e snella, ed ha speso gran parte della sua vita tra le oscure ombre della foresta di Evrèl. Dal padre, che era il guardiacaccia del vecchio barone Arnauld, ha appreso l’arte di muoversi silenziosamente nel fitto sottobosco, dote che gli ha permesso di eludere a lungo i bravi al soldo di Gauthier, negli anni tetri in cui i peggiori gaglioffi spadroneggiavano tra le strade di Tullvéch.
Quando la serenità fece ritorno nel feudo, a seguito dell’insediamento di Marchesa sullo scranno degli avi di Lairenne, Davian si incamminò nuovamente tra le strade del borgo, ma ben presto si rese conto che tutti i suoi più cari amici erano periti durante la terribile notte in cui Tullvéch venne data alle fiamme dalla spietata crudeltà dei due mezzo-giganti.
Sopraffatto dal rimorso per essersi nascosto senza offrire aiuto a coloro che ne avevano disperato bisogno, Davian rispose prontamente all’invito di Valamir e si unì alla nuova milizia di Tullvéch, ponendo come unica condizione che venisse arruolato anche il suo fedele compagno da caccia, Skelsi, l’acuto rapace dal quale non si separa mai.
- Jorstein
Nato in una famiglia di umili pescatori, Jorstein ha vissuto più della metà della sua vita sulle assi oscillanti di una sentina, ed il familiare rollio di una chiatta è tutto ciò che gli serve per rilassare i nervi al termine di una faticosa giornata.
Nel 1296, aiutato da una sfacciata fortuna ai dadi e numerosi liquori, riuscì a vincere per sé la Cressidia, una lurida goletta tenuta male in arnese di proprietà di uno tra i tanti ricchi armatori che transitavano beni e merci lungo il ruggente Lemaliér. L’allora giovane pescatore se ne innamorò immediatamente, e dopo alcuni anni di duro lavoro ripristinò l’imbarcazione alla sua originaria bellezza, una vibrante carrozza fluviale che negli anni a venire nobili nati e ricchi mercanti avrebbero profumatamente pagato per i propri spostamenti o più… singolari capricci.
Di carattere duro e schietto, Jorstein è diventato nel tempo un buon negoziatore e un affidabile capitano, e la sua Cressidia è considerata ancora oggi uno dei mezzi più sicuri e confortevoli per coloro che intendono percorrere le vie fluviali delle Marche Occidentali.
- Rowan
Nel 1306 lo stimato Caleo, terrorizzato dagli appassionati sermoni di Nestor il Vecchio, decise di chiudere bottega e trasferire i suoi affari a Quarlén, fuggendo dal borgo di Tullvéch con poco più del necessario. Con lui viaggiava Rowan, il suo unico figlio, prezioso ricordo vivente della sua amata e defunta Merletta.
Da quel giorno molte stagioni si avvicendarono, e Rowan crebbe ben più di quanto il suo genitore si aspettasse, mutandosi in un uomo coraggioso e capace, dalla ragguardevole mole unita ad un fisico possente. Molti anni più tardi, tra le vie di Quarlén giunse infine la notizia che una nuova baronessa dalla natura compassionevole era giunta per regnare sulle terre di Lairenne, riportando l’ordine e la prosperità nel cuore dell’antico feudo.
Durante l’anno 1324, in un triste giorno di primavera, Caleo, ormai ammalato da tempo, fu vinto dalla certezza che la sua ora stesse per giungere, e implorò pertanto il figlio di seppellire il suo corpo a fianco di quello della compianta Merletta, che riposava da quasi tre decadi nel modesto cimitero di Tullvéch. Rowan accolse con mestizia e obbedienza la sua richiesta, e pochi giorni più tardi partì insieme al vegliardo alla volta delle terre di Lairenne.
Una volta raggiunto il borgo, il cuore dell’anziano si scaldò per la commozione nell’ammirare tutto ciò che era stato ricostruito in virtù dell’impegno e delle ricchezze che Marchesa aveva generosamente speso per cancellare i segni del passaggio dei crudeli mezzo-giganti. Grazie ai medicamenti dell’alchimista locale, Elinor, Caleo riprese lentamente le forze, scoprendo infine che gli dei avevano intenzione di concedergli ancora qualche tempo prima di chiamarlo a sé.
Rasserenato da questi lieti e inattesi eventi, Rowan decise di restare nel feudo di Lairenne insieme al padre, e si arruolò nella nuova milizia di Tullvéch, dove il suo solido braccio conquistò rapidamente la fiducia e la stima dei suoi compagni d’arme.