La Compagnia della Luna Storta

La tetra leggenda che circonda l’aristocrazia della notte affonda in un tempo remoto, ben prima che Elric ponesse le fondamenta del suo possente Impero. In quei giorni disperati il cuore di ogni creatura vivente tremava alla presenza dell’ombra dei cinque figli di Caino, e nessuno osava pronunciare ad alta voce quei nomi che sarebbero sempre stati accompagnati da un’alone di terrore. Tre dei cinque fratelli avevano eretto imponenti fortezze sui Monti dei Giganti: Melchia forse il più giovane, conservava sembianze quasi umane, sebbene il suo cuore fosse nero al pari di quello degli altri fratelli. Zephir, il cui corpo mostruoso e deforme mostrava apertamente la sua empietà era certamente tra i più spietati immortali. Vorlock però è colui che più degli altri venne ricordato, poiché la macraba canzone di Lyanna ne alimentò la memoria per molto tempo dopo la sua caduta.

Nel cuore della notte Crovont non era in grado di trovare la via d’uscita del monastero. Eppure il bisogno impellente lo costrinse ad accelerare il passo sino a quando, seguendo una corrente d’aria, emerse nel chiostro esterno. Dopo aver sapientemente concimato un folto cespuglio, il mago sarebbe voluto ritornare al suo giaciglio, ma un’inquietante apparizione lo inchiodò a pochi passi dalla porta. Sotto l’architrave l’immagine spettrale di una donna di mezza età lo fissava con occhi vitrei, chiedendo aiuto.

Furono i colpi sul portone a spezzare l’incantesimo. Qualcuno urlava all’esterno di aprire, rivolgendosi direttamente a Selec. Ancora scosso, Crovont decise di investigare, ma quando aprì lo spioncino dall’altra parte lo attendeva un dardo di balestra, pronto ad essere scoccato. Temendo per la sua vita, Crovont aprì il portone, e venne rapidamente sopraffatto dai molti invasori.

Molte cose sarebbero potute andare diversamente se Narth non avesse avuto il sonno leggero. Il Nano si destò dopo aver udito un rumore sospetto nella cella di Theodor e Adam, e dopo aver imbracciato la scure, si accinse ad investigare, seguito dall’assonnato Falstaff. Nel buio dei corridoi improvvisamente vennero vibrati e parati dei colpi: ma Narth che era stato abituato a combattere nel sottosuolo del mondo non si fece sorprendere, e mise fuori combattimento due avversari prima che la sua scure venisse bloccata da un’ascia da guerra brandita da un altro nano.

Gli occhi dei due figli di Drann si incrociarono e si studiarono. I Nani, a differenza degli uomini, non annoverano guerre tra i propri clan, perché c’è un legame forte quanto la roccia più dura che ricorda ad ogni nano una fratellanza antica quanto le radici delle montagne. Dopo qualche attimo entrambi abbassarono le scuri, e lo scontro ebbe termine.

Gli aggressori erano quattro, e il loro capitano, Victor Meyer, si presentò come un mercenario. Con lui viaggiava un’avventuriera, che veniva chiamata semplicemente Ð ed un uomo di dimensioni considerevoli, forse un mezzo gigante che rispondeva al nome di Gartho. Il nano si presentò come Unwor, ed i molti tatuaggi sulla sua pelle rivelarono a Narth parte della sua storia.

I cacciatori di taglie, inizialmente diffidenti, si confrontarono con la Compagnia e rivelarono di essere sulle tracce di Mograine, sul cui capo era stata posta una taglia considerevole. Dopo aver generosamente saldato il debito di Orodreth, la tensione sembrò rilassarsi e Adam cercò qualche occasione per concupire la bella Ð, seppur fallendo miseramente nei suoi intenti. Al termine della conversazione, i due gruppi decisero di unirsi – Victor avrebbe ceduto il Malus Vizeraj alla Compagnia, in cambio del mutuo aiuto nel catturare o uccidere Mograine.

Prima che la notte avesse termine, Adam, forse in cerca di ispirazione per una nuova canzone, si era appartato sulla sommità delle mura esterne. Fu lì che lo spettro di Lyanna si mostrò di nuovo. Sebbene d’aspetto più maturo, la donna conservava il pallore e la bellezza, ma le sue dita sembravano orrendi artigli e nonostante le richieste d’aiuto della sinistra presenza, Adam fuggì terrorizzato. Qualunque cosa stesse accadendo, la Compagnia decise di abbandonare il monastero il giorno successivo, alla ricerca di risposte che si potevano annidare solo alla base delle montagne, ove sorgeva il maniero maledetto di Vorlock.