Quando Gelion Crownar annunciò la sua lealtà al Re Stregone, gli abitanti di Luth Golein abbastanza anziani per ricordare la guerra tremarono per lo sconforto. Coloro che erano vicini al casato dei Crownar non poterono fare a meno di chiedersi quanto crudele era diventato il cuore dell’anziano barone per abbandonare al proprio destino il piccolo Constantin, che dimorava ancora in Aghijon come erede del Trono d’Alabastro, e quale infelice destino sarebbe toccato ad Alcor e Celebrim che vegliavano al suo capezzale.
La Compagnia aveva iniziato ad inoltrarsi nella boscaglia, ansiosa di mettere quante più leghe era possibile dal castello maledetto fintanto che vi erano abbastanza ore di luce. Tuttavia, nonostante l’urgenza, Theodor richiese a Falstaff un’impresa disperata: ritrovare la radura ove avevano combattuto Unwor e Gartho, per dar loro sepoltura.
A causa della pioggia dei giorni precedenti, trovare una qualche traccia era praticamente impossibile, ma Falstaff inaspettatamente diede prova di essere un vero esploratore, e seguendo solo il suo intuito riuscì a ritrovare il luogo della battaglia. Non vi era però alcun cadavere marcescente, solo il sottobosco calpestato e i segni degli artigli sugli alberi testimoniavano che lo scontro era avvenuto realmente. Quando stavano per darsi pervinti, Adam rinvenne il corpo di Unwor. Sorprendentemente il nano era ancora vivo, sebbene privo di coscienza. Theodor si affrettò ad intervenire, e quando lo Sventratore riaprì gli occhi, Ð non riuscì a contenere la sua gioia, mentre Victor si limitò ad una vigorosa stretta di mano, che testimoniava quanto era debitore alla Compagnia per quel salvataggio disperato.
Nonostante le condizioni di Unwor la marcia riprese, quasi senza pause sino al villaggio di Dwerril. Non vi era più traccia degli abitanti, mentre al monastero gli avventurieri fronteggiarono il macabro epilogo di questa piccola comunità di devoti: Selec, forse impazzito, aveva ucciso a colpi di mannaia i monaci dementi per poi impiccarsi nella sala della mensa. Non vi era molto che si potesse fare se non dare a questi fedeli monaci una degna sepoltura, componendo i loro corpi. Dopo un’interminabile giornata, finalmente la Compagnia ebbe modo di fermarsi a dialogare entro le solide mura del monastero.
Adam aveva molte domande che esigevano risposta: ma gli eventi della Torre Ottagonale non erano semplici da narrare. Durante la conversazione, emerse la necessità di preparasi ad affrontare Mograine, poiché molti erano dubbiosi sull’eventualità che fosse stato veramente distrutto nell’ultimo rifugio di Vorlok. Tutti convennero che la migliore possibilità risiedeva nel trovare la stessa arma che nel passato lo aveva sconfitto: Martirio, la lama integra di Delivrer. La spada sacra però era stata trafugata da Ernst Weber alcuni anni prima, e nessuno ne aveva più trovato traccia. Falstaff espresse il suo desiderio di ritrovare Elene, e persino Theodor dovette concordare che quella traccia era la più logica da seguire per arrivare alla spia dell’Impero, sebbene questo avrebbe sicuramente portato guai a non finire, come accadeva sempre quando Falstaff aveva a che fare con una donna.
Unwor rivelò che Ð aveva vissuto a lungo a Luth Golein, esattamente come Jorge, il maestro di Elene. Quando la mercenaria fece ritorno però, asserì di non aver visto Elene da parecchi anni, e accennò ai tristi eventi che l’avevano portata distante dal cuore di Jorge. Nonostante tutte le difficoltà la compagnia decise di recarsi ugualmente a Luth Golein.
Nel frattempo, Unwor e Narth si consultarono sul manufatto di indubbia origine nanica rinvenuto nella torre. Lo sventratore gli attribuì subito grande importanza, poichè a suo dire si trattava di uno dei frammenti di una larga moneta o disco runico. Era necessario consultare però un Forgiarune, cosa tutt’altro che semplice nei reami degli uomini. Narth avvolse con cura il frammento e lo ripose nella bisaccia, meditando sul da farsi. Dall’altra parte della sala Crovont si era immerso in un silenzio sepolcrale: il mantello rinvenuto nella Torre aveva infatti proprietà magiche invidiabili, ma l’avido mago veste nera lo avrebbe voluto per sè. Sembrava però che il destino la avesse attribuito a Telehma, e l’antica rivalità delle vesti riemergeva forte nel suo cuore.
La compagnia si accinse a partire il giorno dopo, ignara che durante la propria assenza Luth Golein era caduta sotto l’ombra del Re Stregone. In qualità di cavalieri del Re, gli avventurieri vennero accolti con malagrazia, e invitati sgarbatamente alla resa. Preferendo non spargere sangue, e confidando nella possibilità di dimostrare la propria innocenza, la Compagnia venne trascinata nelle segrete delle porte orientali, dove era stato rinchiuso anche Padre Gropius.
La verità sarebbe emersa di lì a poco. Il Barone aveva stretto alleanza con il Re Stregone, nonostante i suoi due figli minori, Alcor e Constantin si trovassero ancora ad Aghijon, ed il piccolo fosse stato designato come erede del Trono di Alabastro. Il cencioso servitore delle segrete venne smascherato da Adam molto prima di quanto avrebbe desiderato: e sotto le misere spoglie, si celava nientemeno che Jorge.
Lo scaltro farabutto rivelò che la sentenza era stata già pronunciata, gli emissari del Trono di Alabastro sarebbero stati impiccati all’alba. Jorge aveva atteso pazientemente il ritorno del gruppo di Victor Meyer per trarre Ð fuori dai guai. Sembrava che in fondo la donna non avesse scatenato il suo odio, come lei riteneva. La conversazione con Jorge però fu tutt’altro che lieta, e la tensione sembrava quasi esplodere: Theodor non aveva nessuna intenzione di collaborare con quello che era indubbiamente un criminale, confidando di poter guadagnare la salvezza con i propri mezzi. Tuttavia, per quanto la compagnia avesse affrontato pericoli ben più grandi se paragonati ai secondini di una prigione, questo avrebbe significato certamente uno spargimento di sangue davvero consistente. Il sacerdote scelse di tacere, combattuto tra le due spiacevoli alternative, mentre Falstaff intravide la possibilità di incontrare Elene, e apprese così che la donna si trovava a Luth Golein.
C’erano però altre inquietanti rivelazioni che avrebbero gettato gli avventurieri nello sconforto. Lyanna era giunta a Luth Golein, e nella settimana precedente aveva stregato il cuore del barone. Quale ruolo la sua influenza avesse giocato nella decisione di schierarsi con il Re Stregone non era chiaro, ma la Compagnia sospettò subito un collegamento. Jorge rivelò che per salvare Alcor, avrebbe deliberatamente mandato all’inferno Gelion Crownar, ma la presenza di Lyanna rendeva l’impresa impossibile per individui comuni.
Dopo molte esitazioni e discussioni, di malavoglia la Compagnia accettò di occuparsi della faccenda. Lyanna doveva essere fermata, anche se da questo ad uccidere il barone correva parecchia acqua sotto i ponti. Tuttavia, era chiaro che per prima cosa era necessario sopravvivere. Ð venne incaricata di liberare gli avventurieri, mentre Jorge scoperchiava un passaggio segreto, un pozzo verticale scavato chissà quanti anni prima da uno scaltro prigioniero che non era mai stato catturato.
La fuga di così tanti prigionieri però non sarebbe certo passata inosservata, e il passaggio sarebbe sicuramente stato trovato. Jorge non sembrava soddisfatto di questo esito, ma si risolse a barattare un semplice ingresso nelle segrete orientali con la collaborazione dell’intero gruppo. Attraverso l’intricato ed arcaico labirinto fognario di Luth Golein, la Compagnia venne condotta sino ad un luogo riparato e asciutto.
Quasi sopraffatti dal fetore ma vivi, gli avventurieri si appressarono al largo camino, dove Jorge diede loro qualche dettaglio aggiuntivo su Gelion Crownar, affollando gli stanchi pensieri degli avventurieri con la prospettiva di un’ulteriore missione che aveva tutti i connotati dell’impossibile.